“La quiete prima della tempesta”, così Franco Ordine, nota firma de “Il Giornale” apre un articolo sull’edizione odierna del quotidiano a commento dei forti screzi creatisi tra Juventus e Milan dopo la partita di venerdì.
TEMPESTA MEDIATICA
Tempesta mediatica prevista per oggi giorno calcistico santificato al bollettino del giudice sportivo quando conosceremo le squalifiche scontate (Romagnoli e Sosa) e quella temuta per Bacca, autore del blitz sul prato di Torino dopo la sostituzione, per insultare Doveri, l’addizionale cui si deve il rigore della guerra nuovamente dichiarata tra Juve e Milan.I PRECEDENTI
Non è la prima volta che per vicende legate ai fischi arbitrali, i dirigenti dei due club più titolati sono “andati ai materassi”. Persino ai tempi della santa alleanza tra Giraudo e Galliani si consumò la rottura diplomatica in occasione di una chiacchieratissima edizione di Juve-Milan (4 dicembre 2005 la data) arbitrata da Bertini e poi finita nei faldoni di calciopoli. Allora ci furono due rigori reclamati dai rossoneri (trattenute in area di Crespo e di Kaladze) più Kakà fermato (mancata norma del vantaggio) in un contropiede tre contro due. Da venerdì notte i rapporti, frequenti e scanditi da antica amicizia e reciproca stima, tra Galliani e Marotta sono inesistenti: i telefonini sono rimasti muti.
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MILAN IN SILENZIO
Non è finita qui. Perché anche sulla materia scomoda (per l’immagine del club di via Aldo Rossi) dei danni inferti alle insegne e la scritta offensiva sui muri dello spogliatoio riservato agli ospiti, c’è già chi ha suggerito di invocare l’infrazione al codice di disciplina sportiva per l’esposizione di due scudetti revocati dalla federcalcio. Quasi inevitabile anche l’intervento del Codacons con l’esposto riferito alle “dichiarazioni non veritiere rese dall’arbitro Massa a Montella” sulla paternità della decisione finale.