Penalizzazione, ricorso Juventus: un precedente fa ben sperare

Tra poche ore la Giustizia Sportiva si pronuncerà sulla penalizzazione di -15 punti in classifica che sta condizionando la stagione della Juve. Se il ricorso venisse accolto, i bianconeri tornerebbero a correre per la zona Champions, sparigliando le carte in tavola e dando ancora più pepe a una lotta già dura per i primi quattro posti.

Sulla penalizzazione legata all’Inchiesta Prisma è stato intervistato da Tuttosport un avvocato di diritto sportivo e il professore dell’università di Bologna, Paco D’Onofrio. L’esperto ha commentato così la vicenda: “L’impianto difensivo è particolarmente robusto ed individua i punti più critici della sentenza della Corte Federale d’Appello. La quantificazione dei punti di penalizzazione comminati non pare sorretta da un criterio reso esplicito in sentenza, considerando anche che la stessa Procura Federale ne aveva chiesti solo nove. Dunque, questa scelta federale sarà oggetto di un’attenta valutazione del Collegio di Garanzia, considerando l’autorevolezza dei componenti che saranno chiamati a decidere, così come la competenza di coloro che si sono già espressi in sede federale“.

Per D’Onofrio: “Ragionamento dei giudici non mi convince”

Juventus
Juve inchiesta Prisma ricorso

L’avvocato fa riferimento a un precedente del 2016 che potrebbe tornare a favore dei bianconeri: “Il ragionamento utilizzato dai Giudici federali non mi convince: se c’è una norma specifica, in questo caso l’art. 31, comma 1, non si può applicare l’art. 4, che declina, per converso, i generali principi di lealtà, probità e correttezza sportiva. L’applicazione della norma specifica prevede solo l’ammenda“.

Interrogato su un eventuale accoglimento del ricorso per la Juve, D’Onofrio ha dichiarato: “Proprio per il precedente citato e per la tradizionale modalità del Collegio di Garanzia di rifarsi alle
proprie precedenti decisioni, consolidando i principi giuridici nelle stesse contenute, sarei stupito
se in questa occasione mutasse il proprio orientamento, poiché introdurrebbe una novità interpretativa a quel punto destinata a riscrivere un istituto storico e granitico del diritto sportivo, vale a dire l’applicazione in via solo residuale e non diretta dell’art. 4, come sempre ci hanno insegnato
“.

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