Questione di Andrea

“Andrea” non è soltanto il titolo di una delle più belle canzoni di Fabrizio De André, è anche il nome dei due uomini chiave del presente e del prossimo futuro della Juventus.

Il primo, Andrea Agnelli, negli ultimi dieci anni è diventato uno dei presidenti più vincenti della storia bianconera. Ha aperto un ciclo ancora ininterrotto di nove scudetti consecutivi, arricchito da quattro Coppe Italia ed altrettante Supercoppe Italiane.

Il secondo, Andrea Pirlo, fino a ieri conosciuto come “il Maestro”, è appena diventato il Mister, il nuovo allenatore della Juventus.

La scelta a sorpresa

C’è chi parla di follia, chi di decisione insensatamente azzardata. È vero, Pirlo non ha esperienza come allenatore, ma Agnelli non ha di certo puntato su di lui al buio. Andrea ha visto qualcosa nell’altro Andrea e ha colto l’attimo, cancellando in meno di 24 ore con un colpo di spugna l’esperienza alla Juventus di Maurizio Sarri, un tecnico non scelto direttamente da lui e mai realmente percepito come parte integrante dell’ambiente bianconero.

Il calcio è fatto anche di questo, di intuizioni. Se ciò non bastasse, le parole di Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori ed insegnante di Pirlo durante il corso per allenatori a Coverciano, aiutano a capire come e perché Andrea abbia scelto Andrea.

“Pirlo è uno dei più profondi conoscitori del calcio a livello mondiale. È attento, guarda avanti e analizza tutto in maniera sempre precisa. Agnelli non è stato coraggioso o incosciente, è stato realista. Lo conosce sia come uomo che come allenatore e ha fatto una scelta ponderata”, queste le parole di Ulivieri a Calciomercato.com.

La parola al campo (e allo spogliatoio)

Ora che la decisione è stata presa, con coraggio, da parte di entrambi, la parola passerà al campo. Le incognite sono tante ma ci sono anche diverse certezze. In primis, una leggenda del calcio come Pirlo potrà senz’altro godere del rispetto e dell’ammirazione di tutta la squadra, CR7 compreso. Alla stima si aggiungerà poi l’affetto dei senatori Buffon, Bonucci e Chiellini, i quali hanno condiviso negli anni ben più di una battaglia sul campo con il Maestro.

Inoltre, non c’è dubbio che le qualità tecniche e personali messe in mostra da Pirlo durante la sua lunga carriera da calciatore lascino ben sperare sulle sue capacità di gestire la squadra e di adattarsi a quelle che saranno le caratteristiche della rosa a sua disposizione. In più, il Maestro incarnerà perfettamente quello stile Juve quasi mai espresso da Sarri. A Pirlo, però, andranno concessi più tempo e fiducia rispetto a quanto fatto, a torto o a ragione, con il suo predecessore.

Ultima, ma non meno importante, la ben nota intelligenza tattica di Andrea Pirlo. La dirigenza bianconera ha infatti più volte fatto riferimento alla sua idea di calcio, la quale sarebbe stata determinante nella scelta di affidargli la prima squadra. Quest’idea, definita da Fabio Capello “troppo avanzata”, sembra sposarsi a pieno con l’attitudine innata della Juventus e del suo presidente di spingersi continuamente oltre i propri limiti.

Andrea e Andrea. Un nome, due visioni congiunte, la stessa voglia di andare oltre unita al coraggio di provarci. Sono questi gli ingredienti principali dei bei sogni che nascono con l’obiettivo di trasformarsi in realtà.

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