Blaise Matuidi è l’ossigeno di Allegri

La Juventus, sabato, ha vinto la prima partita stagionale allo Stadium, con una prova convincente contro la Lazio di Simone Inzaghi. Le reti sono state siglate da Pjanic nel primo tempo e da Mandzukic nel secondo, ma i migliori in campo sono stati nettamente Cancelo, Chiellini e Matuidi. Ecco, proprio il francese merita una menzione speciale. Matuidi, come tutti sanno, ha giocato e vinto il Mondiale con la Francia. Dopo il Mondiale ha fatto qualche settimana di vacanza e poi è tornato subito ad allenarsi – si dice che non abbia mai smesso di correre, neanche in vacanza – e contro la Lazio, con 15 giorni di allenamento, ha dimostrato una condizione fisica fuori dal normale.

AIUTO A SINISTRA

Nella formazione iniziale contro i biancocelesti Allegri ha schierato Matuidi come mezz’ala sinistra nel 4-3-3 bianconero. I suoi partner a centrocampo sono stati Pjanic al centro e Khedira a destra. Il modulo è fluido e cambia in base al momento della partita, perché proprio Matuidi va spesso ad occupare la zona sinistra più esterna e Bernardeschi scende ad occupare quella destra, facendolo diventare così un 4-4-2.

Matuidi nei primi minuti aiuta Alex Sandro, che parte con un atteggiamento molto propositivo; poi il brasiliano calerà vistosamente, tanto da risultare uno dei peggiori in campo. Il terzino sinistro quando riceve la palla dalle retrovie cerca subito di appoggiarla al francese e poi si lancia in sovrapposizione, con Matuidi che rimane ancorato nella zona di competenza di Alex Sandro.

DUE FASI

Con il passare dei minuti, come già anticipato poco prima, le scorribande del brasiliano diminuiscono e Matuidi in fase di possesso inizia a buttarsi nei mezzi spazi vuoti con degli inserimenti. Così facendo fa densità sulla trequarti avversaria ed è comunque un uomo in più che fa preoccupare la difesa biancoceleste.

Emblematici sono due inserimenti, uno al minuto numero 18 e uno al minuto 29: nel primo il francese si spinge in avanti, riceve e fa una sponda in area, la palla arriva a Khedira dopo una deviazione e il tedesco colpisce il palo. Quindi le due mezz’ali che si inseriscono negli spazi per portare almeno 5 giocatori all’interno dell’area avversaria.

Nel secondo inserimento Matuidi agisce quasi da finto centravanti, visto che va ad occupare proprio quello spazio in cui non c’è nessuno. L’azione termina con il corner che porterà al gol di Miralem Pjanic.

In fase di non possesso Matuidi segue a uomo Parolo, per limitare gli inserimenti della mezz’ala biancoceleste. Riesce spesso anche ad arginare Milinkovic Savic e Luis Alberto che giocano tra le linee, i due uomini più pericolosi di Simone Inzaghi insieme ad Immobile.

A fine primo tempo Matuidi spicca perché è primo per contrasti effettuati (5) e per palloni recuperati (6), che diventeranno 8 alla fine dei 90 minuti (dati Opta).

IMPRESCINDIBILE

Matuidi è quindi di vitale importanza per gestire le transizioni positive della Juventus, che quest’anno ha del potenziale offensivo da paura ma ha comunque bisogno di un equilibratore come il francese.

La vera chiave di volta della stagione sarà proprio questa: trovare un assetto definito con i tanti giocatori offensivi a disposizione senza rinunciare a Matuidi. Allegri ci sta lavorando, vedremo cosa riuscirà a tirare fuori dal cilindro.

Tommaso Cherubini

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