“Cristiano Ronaldo è un sempliciotto. Si sarebbe dovuto dedicare a un altro sport”

Lo scrittore Javier Marias, tifoso del Real Madrid, ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair in cui non è stato molto cordiale con Cristiano Ronaldo. L’uomo, nella sua carriera, ha spesso parlato di calcio e i commenti che sono arrivati nei confronti di CR7 non sono passati di certo inosservati.

Dal punto di vista umano è un sempliciotto, gli manca l’intelligenza di Di Stefano o Cruyff o Zidane. È così privo di modestia che dovrebbe suscitare antipatia (tutti ricordano le dichiarazioni in cui assicurava di essere invidiato perché è bello, ricco e il migliore di tutti). La cosa curiosa è che non arriva nemmeno a fare antipatia, per quanto risulta puerile. La sua presunzione manca di spavalderia e risentimento, a differenza per esempio di Maradona. Arrabbiarsi con lui sarebbe come arrabbiarsi con un bambino di cinque anni che sta muovendo i primi passi nel mondo forgiandosi una personalità”

“Il suo è un caso davvero paradossale.Si sarebbe dovuto dedicare a uno sport individuale (tennis, boxe, atletica, Formula 1: ha l’atteggiamento di un Cassius Clay), e tuttavia gli è toccato distinguersi in un gioco collettivo, un impiccio per lui. Ha ambizioni immense, ma solo a titolo individuale. Ovviamente, è felice che la sua squadra vinca, ma solo perché questo gli garantisce un riconoscimento in più sulla maglietta, un titolo in più sul curriculum, un record in più nella sua collezione privata. Sul campo l’abbiamo visto quasi infastidito, quasi triste, tutte le volte che il Real metteva a segno un gol importante, perfino decisivo, e non aveva segnato lui ma un compagno. Quando invece l’autore della prodezza era lui, l’abbiamo visto atteggiarsi in modo eccessivamente ridicolo e vanitoso, togliendosi la maglietta ed esibendo i muscoli in tensione, ululando come una scimmia, curandosi di schivare il più possibile i compagni di squadra per godersi da solo gli applausi e l’esagerata celebrazione.”

“Non ricordo di averlo mai sentito ringraziare o complimentarsi con un suo compagno, nemmeno con chi gli aveva servito un gol su un piatto d’argento con un passaggio inverosimile e astuto. Cristiano è rimasto al Real per nove stagioni, ma non l’abbiamo mai sentito come un giocatore delReal Madrid, piuttosto del Real Ronaldo. Come se nella sua immaginazione fosse un eccellente tennista o boxeur, che ha però bisogno di altre persone in divisa intorno a sé. La Juventus non si deve certo aspettare che Ronaldo lotti per i suoi colori. A meno che non sia convinto che la maglia a righe bianconere gli stia particolarmente bene”

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