Ci Erre Senna

Uno guidava delle macchine, l’altro tira calci ad una palla. Proprio per questo si sono consegnati entrambi nella storia, facendosi acclamare da folle festanti che avrebbero dato di tutto pur di poterli toccare con mano, avere una foto con loro, o farsi fare un autografo. Guidare e calciare, cose che fanno in milioni di persone. Un moralista potrebbe sostenere che la differenza tra tutti quei milioni e loro due sono, per un masochistico gioco di parole, proprio i milioni, quelli che hanno guadagnato in carriera.

EU SOU AYRTON

Ayrton Senna è stato giudicato da (quasi) chiunque il miglior pilota di Formula Uno della storia: l’uomo prima, e il pilota poi, ha conquistato tutti, anche quelli che preferivano tifare altro. Senna non era solo uno che si metteva al volante, era una filosofia di vita: un’enorme dedizione al lavoro, l’amore per ogni cosa che faceva, il senso di fratellanza con chi non aveva avuto né la sua fortuna nella vita, né il suo talento per portare il mezzo di trasporto dal punto A al punto B nel minor tempo possibile. Nessun eccesso, nessuna voglia di apparire sotto i riflettori. Semplicemente dare tutto sé stesso per ciò in cui crede, Dio in primis.

EU SOU CRISTIANO

Cristiano Ronaldo è stato giudicato da tanti il miglior calciatore al mondo, ma la diatriba su chi sia il migliore tra lui e Messi non avrà mai un vincitore, esattamente come capita con Maradona e Pelé. Antipatico o simpatico a seconda delle occasioni, avrà sempre dietro di sé degli adepti pronti a difenderlo a spada tratta, ma anche chi non vede l’ora di puntargli il dito contro alla prima virgola sbagliata. Ronaldo non è solo uno che prende a calci un pallone, è una costante ricerca della perfezione: un’enorme dedizione al lavoro, l’amore per ogni cosa che fa, la voglia di mostrarsi migliore di chi non ha avuto né la sua fortuna nella vita, né il suo talento per spingere quella palla dentro alla rete più volte nella stessa partita. Tanti eccessi, tanta voglia di apparire sotto i riflettori. Razionalmente dare tutto sé stesso per ciò in cui crede, sé stesso in primis.

FERRARI E JUVENTUS

Cosa li accomuna per davvero? La voglia di vincere e di essere il migliore. Anche se non tutti i record e le statistiche sono dalla loro parte, il loro nome verrà ricordato per sempre. Una piccola differenza, sostanziale: in molti giurano che Senna avrebbe voluto chiudere la carriera in Ferrari. Probabilmente non avrebbe avuto a disposizione una macchina per vincere il titolo, ma si sa: la Ferrari è la Ferrari, e non si può rimanere indifferenti quando si parla di lei. Il destino però, aveva piani diversi per lui: il 1 maggio 1994 Senna potè incontrare Dio in persona, diventando da uomo a leggenda immortale.

Cristiano ha già baciato e abbracciato la Vecchia Signora, adesso si tratta di vincere qualcosa con lei. Ne riparleremo a giugno.

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