Non ti amo più e non so come dirtelo

Te ne diranno tante Gigi. Ti diranno che sei stato un traditore. Che non hai onorato la maglia fino alla fine della tua carriera. Cucita sul petto, quasi sempre a maniche corte, senza canottiera sotto. Per sentirti più libero di volare tra un palo e l’altro, uscire dalla tua aerea col pugno alto. Ti diranno che sei un mercenario. Che hai scelto il Paris per soldi e fama. Tutti pronti a puntare il dito, tutti col “grilletto facile“, pronti a sparare a zero. Sei entrato in silenzio nel lontano 2001, un giovanotto con grandi sogni, realizzati tutti (si lo so, manca ancora quella coppa lì), ti sei imposto in silenzio e pare tu sia andato via in silenzio, uscito dalla porta secondaria.

No Gigi, nessuna porta secondaria. È vero, ne avrai sentite e lette di ogni. Ma tutti sanno quale vuoto hai lasciato. Tutti hanno pianto alla tua ultima partita allo Stadium, tutti hanno sperato fosse solo un sogno. Diciassette anni vissuti insieme, tra il bianconero e l’azzurro, non si scordano così facilmente. Come una storia d’amore, puoi dire di averla vissuta davvero soltanto se alla fine di essa nessuno dei due prova rancore. E no Gigi, io non ne provo. È stato bello, lungo, intenso ma questa volta non provo rancore.

“Lasciarsi e guardarsi negli occhi mentre si cammina all’indietro. Non ti amo più e non so come dirtelo”, (Luchè).

Michele Ranieri

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