Fragilità mentale preoccupante: non si può perdere una partita negli spogliatoi

Da tanto, troppo tempo non si vedeva una Juventus così. Così come? Brutta non è il termine più adatto, ma confusionaria, debole mentalmente, impaurita ed imprecisa son parole che si avvicinano parecchio al concetto che vogliamo esprimere. Sia a Bergamo che oggi in casa contro la Lazio, infatti, è sembrato chiaro che la Juventus abbia buttato via i suoi 6 punti negli spogliatoi. Sfortuna a parte, legni a parte, bravura della Lazio (alla quale vanno dei complimenti sincerissimi: l’abbiamo detto e ridetto, è una squadra che farà strada) a parte: se sei la Juventus, questi sono molto più che semplici campanelli d’allarme.

INTERRUTTORE SPENTO

Partiamo con una semplice constatazione: nemmeno il primo tempo era stato un granché. Ottime le aperture di Mandzukic (calato vistosamente nella ripresa), precisi gli inserimenti di Asamoah, encomiabile la pressione di Higuain. Ma poco altro. Douglas Costa – nonostante il gol – è ancora un pesce fuor d’acqua, Bentancur è tornato spompato dalla trasferta con la Nazionale e tutta la squadra ne ha risentito. Si pensava che con l’ingresso di Dybala qualcosa sarebbe potuto cambiare, ma anche l’argentino è incappato in una serata sbagliata. E non infieriamo sul rigore: chi sbaglia sta già troppo male di suo, meriterebbe soltanto un abbraccio (per quanto possa essergli utile).

Ciononostante, a riposo si è andati sull’1-0. E si era allo Stadium, fortino inespugnabile: l’ultima squadra a vincere prima della Lazio era stata l’Udinese, nell’agosto del 2015. Inaccettabile, dunque, questo repentino cambio di mentalità: che la Lazio sia una grande squadra lo sanno anche i muri, pertanto abbassare la tensione in questa maniera è stato un atteggiamento non da squadra nata per comandare.

LA LAZIO È ANDATA A NOZZE

I biancocelesti ci credevano prima di entrare in campo e ci hanno creduto quando erano sotto. Inzaghi li sprona, li guida come se stesse giocando alla PlayStation, trae il meglio da ognuno di loro. Sopraffino Luis Alberto, gigante Milinkovic-Savic, cecchino Immobile. Schermo Leiva, instancabile Lulic, rocciosi Bastos e de Vrij. E poi Strakosha, che dalla possibile frittata con Higuain è passato alla palma di eroe dopo il rigore neutralizzato (curiosità: secondo rigore sbagliato da Dybala, entrambi contro un portiere albanese).

Nessuno, tra i tifosi, si riusciva a capacitare di quanto accaduto. Troppo molle per essere vera la Juve del secondo tempo, punita giustamente dalla doppietta di Immobile ed incapace di reagire come ha abituato in tutti questi anni. Dybala prende il palo, Dybala fallisce un calcio di rigore, tutto vero: la manovra, però, non è mai stata fluida. Avanti solo con i (pochi) nervi, e nemmeno quelli dei tempi migliori.

Ad oggi, questa Juventus, non merita la vetta della classifica.

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