Analisi tattica Juventus-Lazio 2-0: primo trofeo per i bianconeri

Dopo le polemiche, dopo le voci che volevano una Juventus a interuttori spenti, la squadra di Allegri risponde presente nella prima finale di stagione. I bianconeri vincono la dodicesima Coppa Italia della loro storia battendo 2-0 la Lazio di Simone Inzaghi.

La Juventus entra in campo con un 4-4-2 che vede Barzagli esterno destro basso e Dani Alves in posizione più avanzata. A centrocampo Allegri ha dovuto fare a meno di Khedira infortunato e Pjanic squalificato: i loro posti sono stati presi da Marchisio, non c’erano dubbi sul suo impiego, e da Tomas Rincon. In attacco Mandzukic, Dybala e Higuain.

Coppa Italia in ghiaccio nel primo tempo

La Juventus decide che non c’è più tempo per i giochetti fin da subito. La prima partita di questa stagione che vale un trofeo non può essere presa sotto gamba ecosì gli uomini di Allegri, dopo un’iniziale sfuriata della Lazio che porta al palo di Keita, salgono in cattedra e propongono giocate di prima e intensità anche agonistica.

Chi credeva che i giocatori bianconeri non avrebbero messo la gamba per paura di infortuni si è dovuto ricredere. Mandzukic, Dani Alves e Alex Sandro, da questo punto di vista, hanno offerto una prestazione esemplare con interventi sempre decisi. Anche Dybala ha spesso fatto a sportellate con Lulic per far capire che si sarebbe trattato di partita vera. E come potrebbe essere altrimenti in una finale?

Il primo gol arriva sull’asse ”made in Brazil” Alex Sandro-Dani Alves. Il primo crossa in maniera larga ma precisa per il piede destro dell’ex Barcellona, che èil quale si trova in stato di grazia. Dopo il gol capolavoro siglato contro il Monaco, si ripete con un piazzato al volo che non lascia scampo a Strakosha. Il portiere laziale ha il suo bel da fare con i tiri da lontano di Higuain e Dybala. Il primo ha anche un’opportunità a tu per tu con l’estremo difensore, ma la gambona dell’albanese evita il raddoppio della Juve.

Raddoppio che arriva sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto dalla Joya. Sulla sponda di testa di Sandro interviene Bonucci che con il sinistro mette alle spalle del portiere. Due gol segnati, quindi, non dall’attacco in HD, ma questo poco importa. Il risulttao è 2-0 e la Lazio sembra proprio rimanere imbambolata fino alla fine della prima frazione. Probabilmente le tante chiacchiere di questi giorni avevano insinuato dubbi sulla tenuta fisica e mentale della Juve.

45 minuti di attesa per il primo trofeo

Il secondo tempo vede i biancocelesti più propositivi, mentre la Juventus rallenta un po’ per non dare la possibilità a Immobile, Keita e al subentrato Felipe Anderson di attaccare in contropiede. Proprio il brasiliano risulta essere decisivo per la maggior pericolosità dei laziali. Il giocatore nato a Brasilia allarga le maglie bianconere e crea qualche turbamento alla difesa, ma Neto in ben due occasioni fa il Buffon: prima proprio su Anderson respingendo un suo diagonale dai 20 metri, poi su un colpo di testa/mano di Immobile.

La stanchezza inizia a far propendere la Juventus verso una tattica più attendista. Nonostante questo, anche i bianconeri creano palle gol, come quella di Higuain che ancora una volta, lanciato da Dani Alves, migliore in campo insieme a Mandzukic, si ritrova l’enorme Strakosha sulla sua strada.

Allegri è una furia fino al 93′, non vuole cali di concentrazione. Cali che la Juve non ha portandosi così avanti sul percorso, ancora insidioso, che conduce alla leggenda. Il primo trofeo dei tre in palio entra nuovamente nella bacheca della squadra di Torino. Per la Juve si tratta della Coppa Italia numero dodici e della terza vinta consecutivamente (mai successo nella storia). Se domenica dovessero arrivare i tre punti contro il Crotone, la Juventus raggiungerebbe un altro record incredibile: sarebbe, infatti, la prima squadra a fare un double per tre volte di fila.

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