E si ricomincia: buon campionato a tutti, o quasi

La favola dell’Islanda, i rigori di Zaza e Pellè, l’incredibile vittoria del Portogallo; l’epopea di Bolt, i tuffi, l’atletica, i cinque cerchi e tutto il bello dello sport “vero”. E’ stata una lunga estate, quella dell’italiano medio sprofondato nel divano e “costretto” alla auto-lobotomia da SkySport24 o altri notiziari (non percepiamo royalties da Murdoch, tranquilli…). Lunga, densa di avvenimenti, condita dalla solita insalata variopinta e saporita del calciomercato, che (almeno ai tifosi della Juventus) ha riservato molte e gradite sorprese.

Ma domani lo scherzo finisce, e le cose iniziano a farsi terribilmente serie. Perché è sacrosanto e legittimo prendere in giro il malcapitato vicino d’ombrellone tifoso di un’altra squadra, leggere il giornale sul lettino, accendere la tv appena tornati dal mare o buttare l’occhio a qualche amichevole estiva. Ma la mente è rilassata, la bocca incline al sorriso, non ci sono tensioni e paure.

Domani no, domani torna tutto come sempre: l’attesa, la palpitazione, la frenesia, il sudore alle mani e la voglia di esplodere in un grido. Torna la voglia di sapere, vedere, sentire tutto quanto riguarda la propria squadra: l’occhio al calendario per organizzare i turni al lavoro o le uscite con moglie e fidanzate, le corse per tornare a casa in tempo o trovare il posto migliore allo stadio, l’impazienza per i replay o i sorteggi di Champions, i rituali scaramantici, la rabbia o la gioia. Sensazioni che altri non proveranno mai, presi dalla loro seriosità: noi in questo siamo infantili, e siamo fieri di esserlo.

Forse l’avrete capito: domani ricomincia il campionato di serie A. Finalmente. Da domani le rivalità, le antipatie e le scaramanzie avranno una base solida su cui tornare ad appoggiarsi, ma prima che si dia inizio alle ostilità, vorremmo provare a distendere gli animi. Anche se da domani nessuno se ne ricorderà più.

E allora buon campionato a tutti: a chi proverà a scalzare i Campioni d’Italia dall’ormai granitico trono quinquennale, a chi è in cerca di altre stagioni miracolose nonostante budget da dopolavoro ferroviario, a chi spera di recitare la parte di Davide contro Golia il più a lungo possibile. Buon campionato al Napoli, privato del suo alfiere e schiumante di rabbia: tutto sommato, è comprensibile. Buon campionato alle romane, sperando (per loro) che riescano finalmente a travalicare i confini della rivalità cittadina (ma ci pare dura…). Buon campionato al Milan, che molto probabilmente rimanderà ancora il suo ritorno tra le grandi. Buon campionato alla Fiorentina (a partire dalla seconda giornata…), al Sassuolo, al Genoa, finanche al Torino. Buon campionato a tutte le altre, anzi no: ce n’è una che continua a fregiarsi di titoli mai vinti. Con lei, anche il più forzato buonismo incontra una barriera invalicabile: a lei augureremo il peggio, sempre. E buon campionato a quella squadra che quest’anno proverà a scrivere la leggenda: nulla è mai scontato nel calcio.

Gennaro Acunzo

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