Reparto collegato, poker assicurato: l’albero tattico juventino è qualcosa di più

Dimentichiamoci di quella squadra scollegata, imtimorita, quasi stordita dall’entusismo degli avversari. Bisogna, in questa sede, analizzare tatticamente il match col Chievo Verona. Analisi che non può non prescindere dal raggiungimento di una reale completezza tra i reparti, cucita a mano dall’intero progetto-Juve. Ciò va rintracciato in alcuni fattori perfettamente leggibili nell’ultima gara stravinta dai bianconeri. Al di là dei meriti vari che si possono assegnare ai ragazzi di mister Allegri, serve puntare l’accento su dettagli “nascosti”. Esempio pratico: quando, intorno al 50′, il Chievo stava dimostrando maggiore determinazione in avanti, la difesa ha comunque retto, dimenticandosi del largo vantaggio. Era come se si stesse sempre sullo 0-0. Certo, le geometrie in campo funzionano a meraviglia ma senza un adeguato atteggiamento mentale, mica resterebbero così solide ed eseguite nel migliore dei modi.

Palla a terra e passaggi di prima. Al bando le leziosità. Le azioni iniziano con il possesso dettato da Bonucci e Chiellini. Lanci lunghi verso gli attaccanti dalla propria area di rigore? No, grazie. Il centrocampo viene valorizzato dal certosino lavoro compiuto dalla retroguardia juventina, sempre concentrata e disponibile, visto il posizionamento abbastanza alto. Del resto, nel calcio contemporaneo, centrali “alla Baresi” – giusto per intenderci – se ne vedono sempre meno. Ecco perché, allora, in linea mediana Pogba e Marchisio riescono a toccare così tanti palloni. C’è feeling, intesa, movimento.

Dybala e Morata, poi, hanno duettato alla grande. “L’eletto”, imprendibile, defilato spesso a destra e impegnato nei suoi cross tagliati verso lo spagnolo, o in alternativa al terzino sinistro sulla fascia di competenza. A proposito, vogliamo parlare della gara di Alex Sandro? Lui, assieme all’intero gruppo, è riuscito ad eccellere soprattutto per via della competente “cooperativa” disegnata nello schema; un “albero tattico” dove ogni ramo assume la sua importanza. Fondamentale quanto il tronco, le foglie e persino la corteccia. Ovviamente si usano metafore, si gioca col linguaggio. Eppure, ciò che “spaventa” della “Vecchia Signora” è il saper imporsi anche fuori dalle mura amiche ma giocando come alla “Stadium”.

Paolo Panico

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