Kean si racconta: “Non sono facile da gestire”, poi da brividi su Allegri

Moise Kean a Dazn Heroes: l’attaccante della Juventus tra vita privata e carriera calcistica. Dalle partite a calcio in oratorio all’emozione dell’essere papà.

Moise Kean, attaccante della Juventus classe 2000, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Dazn nella quale ha riassunto le varie tappe della sua carriera, a partire dagli esordi nel mondo del calcio, quando ha lasciato Asti per trasferirsi nel convitto della Juventus a tredici anni.

“Sono uscito di casa a 13 anni per andare a vivere nel convitto della Juventus perché nessuno mi poteva portare agli allenamenti. Tutti i giorni andavo a giocare, stavo per strada con gli amici, a scuola ci andavo perché obbligato da mia mamma Non sono stato facile da gestire, anche parlando con gli altri, un’infanzia molto diversa dalla mia. Altri ragazzi magari a Natale andavano in vacanza con le famiglie, noi con niente ci adattavamo”.

Kean si rivela

L’attaccante ammette di aver avuto un’infanzia non molto tranquilla, tra compagni che oggi non hanno avuto la sua stessa sorte e che hanno intrapreso vie più impervie, trovandosi persino dietro le sbarre. Poi il sogno di Kean bambino è diventato realtà, e dalle partite a calcio in oratorio l’attaccante bianconero è passato all’esordio in prima squadra a 16 anni.

Kean E Allegri LaPresse Spazioj.it
Kean su Allegri: “Ci vogliamo bene anche se non ce lo diciamo” LaPresse Spazioj.it

Non solo calcio, l’attaccante si apre anche sulla sua vita privata, della quale fa fatica a parlare e che tende a preservare. Padre da pochissimo, Moise Kean confessa di non averlo comunicato a nessuno fino al giorno stesso della nascita di suo figlio, quando si è recato in ospedale. Adesso sta affrontando le prime notti insonni da genitore:

“Mi sono svegliato quattro volte stanotte, dormo davvero poco. Mio figlio chiama Marley, è nato quattro mesi fa e ho un tatuaggio dedicato a lui. Sono cambiate tante cose, prima di agire ci pensi 20 volte, ma è successo dalla prima volta che l’ho preso in braccio”.

Poi ritorna a parlare di calcio e della parentesi al PSG:

“Al PSG mi sono sentito a casa. Ho incontrato Neymar e Mbappé che mi hanno aiutato tantissimo, mi spiegavano com’è giocare con loro, abbiamo anche cenato insieme. Mi facevano sentire grande”.

Ancora, sulle avventure all’Under 21 con Zaniolo, Kean racconta di un loro ritardo ad una riunione che causò un’incomprensione con Di Biagio:

“Zaniolo metteva musica ad alto volume, stavamo giocano alla play ma alle 11 c’era la riunione. Alle 10 e 58 eravamo ancora lì, abbiamo aspettato un sacco di tempo l’ascensore e siamo arrivati in ritardo alle 11:05. Mister Di Biagio si è rivolto a noi così: «Allora? Non va bene». E io: «Mi scusi mister, siamo arrivati in ritardo». Mi sono scusato, mentre a Nicolò faceva ridere la cosa. Allora lo guardavo e gli dicevo: “Ma che c…. ridi?’”.

Kean su Allegri: “Per me è un papà sportivo”. Poi sui suoi compagni di squadra

Mentalità seria e stakanovista per un Kean che si è dovuto rimboccare le maniche fino all’esordio con la Juventus. Nella sua intervista a Dazn, Kean ha raccontato anche dello splendido rapporto con il mister Massimiliano Allegri:

“Abbiamo un rapporto fantastico, mi ha fatto capire quando facevo cavolate e quando invece facevo bene. Per me è un papà sportivo, a volte litighiamo ancora ma alla fine ci vogliamo bene, anche se non ce lo diciamo”.

Poi sui suoi compagni di squadra Miretti e Fagioli:

Miretti lo conosco da quando una volta mi avevano messo in punizione mi avevano fatto allenare con i più piccoli e c’era lui. Di Fagioli ne parlavano tutti bene, mi fermai a guardare una partita dell’Under 21 e dissi: “Questo è veramente bravo”. Avrà tempo per farvelo vedere”.

Ma il legame più forte è quello stretto con Hans Nicolussi Caviglia, che Kean considera una sorta di gemello.

“Mi conosce troppo bene, è la mia guida. Quando non capisco qualcosa chiedo ancora a lui una mano. Anche gli esercizi che magari non ho capito, per me è speciale il rapporto che abbiamo. E’ molto aperto anche se ascolta la musica peggiore”.