La luce che squarcia il buio, che non basta

L’invasione di luce che squarcia il velo grigio della mediocrità cancella pure le ombre più resistenti. Come quella che, per tutta la serata dello Stadium, aveva rinchiuso Paulo Dybala nel limbo dell’indecisione. Poi il lampo del fulmine Douglas Costa, quindi la stoccata dell’argentino, finalmente un bagliore.

Eppure ancora non basta, questo. Non può bastare: ché se hai quel talento, il sapore dello spreco è persistente. Poteva e doveva essere la stagione della consacrazione, ma sarà solo un rinvio dell’ascesa al trono.

Manca la continuità del fuoriclasse, manca la personalità dei grandi, manca, forse, un po’ di lucidità. È evidente che manchi un click mentale per riportare Paulo all’altezza di notti come quella col Barcellona, ormai un anno fa.

Barzagli, nel post-partita, ha parlato di alti e bassi che differenziano questa Juve dalle solide versioni precedenti. Ma è chiaro che, al netto degli errori difensivi, il mancato apporto del dieci pesi su questi pericolosi saliscendi.

I problemi di trasmissione della coppia Higuain-Dybala, che stanno passando un po’ in sordina, stanno disturbando il segnale bianconero. I due argentini sono evaporati spesso, troppo spesso, alla luce delle grandi occasioni – ovviamente, Milano a parte.

Ora la Russia sfuma, sempre più in lontananza. Il ghigno beffardo del treno che passa senza fermarsi si fa più forte. Forse Paulo sente il peso del destino sulla sua dieci, probabilmente gli oscura il genio trascendente nel suo sinistro.

Non basterà un finale di stagione di fuoco per regalargli l’albiceleste.Obiettivamente è giusto così: vuoi per ragioni tattiche (il matrimonio con Messi è complicato) che per merito. Ma il sogno mancato deve essere uno schiaffo per riaprire definitivamente gli occhi e liberare il talento.

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