Basta, davvero: BASTA. Il senso del limite è rispettarlo, perché oltrepassandolo ci si avventura in terreni pericolosi. Tanti, invece, hanno di gran lunga superato i limiti imposti da morale e professione.
BASTAa settimane di polemiche costruite sul nulla. Servono solo a fomentare un clima di odio e tensione. Lo stesso della giornate d’estate strette dall’afa, quella che non fa respirare. A queste latitudini è impossibile vivere il calcio. Si tratta di un gioco: dannatamente bello, ma pur sempre un gioco.
BASTAa chi su quest’odio costruisce carriere o ci prova. I tifosi vanno educati, non fomentati. I tifosi, per definizione, sono preda della passione: chi fa e racconta calcio non può esserlo. Chi prende parte alla magia del calcio deve preservarla, non rovinarla.
BASTA a una dialettica fatta di insulti, supposizioni e accuse senza fondamento. È ipocrita, altrimenti, indignarsi quando i tifosi sfogano i loro istinti primordiali. Gli stessi istinti che, giorno dopo giorno, qualcuno cerca di alimentare.
BASTA a fiumi di inchiostro e parole vomitati sulla bellezza di questo gioco. Iniziamo a parlare di calcio, ma sul serio: chi lo fa? Pochi, pochissimi. Forse è troppo difficile, forse non fa ascolti: ma scegliamo cos’è davvero importante.
Potrebbe sembrare, questo, un discorso troppo rivolto verso una classe specifica. Lo è, sicuramente, ma perché è innegabile che chi fa informazione, crea opinione ha una responsabilità altissima.
Sia chiaro: non è un invito al pensiero unico. È solo un grido di speranza, un urlo nel buio accecante, che gronda rabbia. Molto probabilmente resterà inascoltato dai più: è più facile prendere l’altra via, quella dell’odio.
Ma è giusto così? Ne siamo tutti sicuri? Il calcio NON è e NON deve essere un limbo senza regole, dove tutto è permesso e l’unico sovrano è il caos. I limiti – quelli sacrosanti, quelli che fanno sì che una società lo sia nei fatti – devono essere rispettati, senza deroghe.
Altrimenti accettiamo di vivere in una giungla di paroloni e violenza – verbale, sì, ma la contiguità con quella fisica è chiaro. Accettiamo, insomma, una deregolamentazione rischiosa: per quale fine? A quale prezzo?
Le domande sarebbero infinite. È difficile trovare chi sappia darci una risposta. Ma iniziamo noi, nel nostro piccolo: BASTA.