La chiave tattica – Pjanić è la torre nello scacchiere di Allegri. Alves e Sandro treni ad alta velocità

Juventus-Cagliari, al di là della vittoria e del bel gioco espresso dai bianconeri (finalmente), ha sancito alcune considerazioni fondamentali per lo scacchiere a disposizione di Massimiliano Allegri.

La prima, sulle fasce si galoppa. Anzi, si vola. Alex Sandro e Dani Alves insieme si sono rivelati illegali per la fragile barriera cagliaritana, sfondata dopo appena un quarto d’ora da Rugani. I due brasiliani lasciano i rispettivi dirimpettai Bittante e Murru di sasso ad attendere con la bandiera bianca issata le cavalcate sulle fasce di competenza, che ad andare male hanno sempre portato a traversoni pericolosi. Non sempre sarà cosi, anzi, lo sarà raramente. Con Evra disponibile infatti, difficilmente Allegri rischierà Sandro insieme a Dani Alves, tuttavia la soluzione è risultata devastante. Potrebbe tornare utile a gara in corso, specialmente in quelle delicate da dover sbloccare e portare a casa.

PjanićLa seconda, a centrocampo comanda Miralem. Il giocatore bosniaco funge un po’ da torre nello scacchiere di Allegri, per via dei suoi movimenti. Spesso lo si è visto stazionare col possesso del pallone in mano ai sardi sulla trequarti, dunque in verticale rispetto al ruolo di regista della terra di mezzo qual’è stato. In questo modo, la Juventus gode di un recupero palla più veloce e soprattutto di un’abbondanza di qualità spaventosa sin dal primo tocco dopo la riconquista della sfera. Pjanić detta i tempi, lanciando i treni che sfrecciano alla sua destra e alla sua sinistra con la solita precisione di un goniometro nei passaggi. E la sensazione rimane comunque quella di un Pianista non ancora al 100% della forma e dell’ambientamento. Ciò fa sicuramente ben sperare tifosi e tecnico.

Altra nota positiva è stata la prestazione di Lemina. Il francese, sollevato dall’incarico in cabina di regia come fu in occasione della gara di Champions contro il Siviglia, nel ruolo di mezzala riesce sicuramente a fornire un contributo di spessore, confluito nel recupero palla e persino in qualche apertura a risultato ormai acquisito e soprattutto con un Pjanić meno presente (anche per via della stanchezza) nel vivo della manovra bianconera. Bene anche negli inserimenti, come dimostra l’autogol di Ceppitelli viziato proprio dall’esplosività di Lemina, ma anche negli scambi frequenti con Dani Alves. Del resto, il terzino ex Barca è giunto alla conclusione dalla distanza più di una volta in zona centrale del campo, al di là del raddoppio messo a segno.

Rocco Crea (Twitter @Rocco_Crea)

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