Che sfiga, vado ad allenare la Nazionale

Diciamolo, senza mezzi termini: al pubblico pallonaro italiano della Nazionale di calcio importa sempre meno. A chi sta simpatica la “pausa nazionali”? Non agli allenatori dei top club che perdono almeno una decina giocatori per volta, non ai dirigenti che vedono spesso e volentieri infortunarsi pedine importanti della rosa e sicuramente non ai tifosi. Non tutti almeno.

CONTE, MISSIONE FALLITA – Se questo disinnamoramento sembrava riguardare soprattutto i tifosi, ora l’aria pesante di Coverciano sembra aver colpito anche i tecnici italiani. La prima vittima, Conte, ha resistito solo 2 anni (che culmineranno con l’Europeo), anni in cui, a dire il vero, si è prodigato alla ricerca di una nazionale migliore: più unita e amalgamata, più spettacolare.Missione fallita; se nei primi mesi di matrice contiana sembrava esserci stato un netto aumento di appeal, poi con il passare del tempo l’effetto novità è svanito, il mister è stato assorbito dalla negatività che aleggia sulla Nazionale non riuscendo a dare quella nuova linfa di cui tutti sentono il bisogno, ma che nessuno sembra poter e voler dare.

SERVE UN MAESTRO – Mentre Conte studia l’inglese (anche perché, se pretendi di sedere su un tavolo da 100 euro, devi almeno saper ordinare), Tavecchio cerca un nuovo condottiero. La lista di nomi usciti fin qui comprende vari profili: il primo è Capello, il favorito per i bookmaker. Il curriculum non si discute, così come la forte personalità; restano però dei dubbi sull’effettiva volontà del tecnico Friulano, che a fronte di una carriera ricca di successi, sembra non disporre degli stimoli necessari a guidare un gruppo, come quello italiano, che necessitapiù di un maestro che di un gestore.

LA LISTA DEI NOMI – Ecco quindi che la lista dei papabili si allarga: altri tre possibili candidati sono Mazzarri, Donadoni e Mancini. Il primo è scomparso dai radar dopo la debacle con l’Inter, il secondo è gia stato scartato in passato e forse non è troppo convinto di lasciare un Bologna che sogna in grande per il futuro. Entrambi, pur essendo ottimi tecnici, hanno delle riserve a livello caratteriale che ne risalterebbero, in modo eccessivamente negativo, il paragone con il predecessore che, a livello mediatico, si destreggia come pochi. L’attuale tecnico dell’Inter, invece, è il preferito da Tavecchio, che vede in lui la figura più adatta a continuare e, perché no, a migliorare il lavoro fin qui svolto da Conte. In questo caso l’ostacolo più grande è la società nerazzura che ritiene il tecnico di Jesi fondamentale per la crescita della squadra, annullando così le possibilità di vederlo sulla panchina azzurra.

La lista si allarga ancor di più, comprendendo allenatori navigati come Ranieri e Ventura, giovani tecnici di sicuro avvenire ma con una già importante esperienza in serie A quali Di Fracesco o Montella e, per concludere, ex glorie azzurre come Cannavaro e Materazzi che però risultano un po’ troppo acerbi per diventare ct di una nazionale blasonata come quella Italiana.

In questo “mappazzone” di nomi, nessuno sembra essere davvero disposto a sposare la causa. Forse spaventati da un rosa, quella italiana, ricca di buoni giocatori ma povera di fuoriclasse, o forse spaventati dall’aspettativa di passare molti week-end al centro commerciale in balia di mogli e figli. Chiunque sarà il prossimo ct, avrà sicuramente dei bei grattacapi da risolvere.

Pietro Pregnolato
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