Il basso profilo dei ‘nemici’ e quel ruolo di favorita che tutti rifiutano

Roma e Napoli, complice un avvio decisamente negativo della Juve, si candidano come principali indiziate per la vittoria finale. I club di Garcia e Sarri giocano bene, stanno affrontando i propri problemi e hanno la qualità giusta in rosa per arrivare fino in fondo. In questo momento è innegabile che le favorite siano loro, ma a sentire i due tecnici le cose non stanno proprio così.

FAVORITO? NO, GRAZIE – “Parlare di scudetto è una bestemmia“, ha detto senza mezzi termini Sarri. “No, i favoriti per la vittoria finale non siamo noi“, gli ha fatto eco Garcia. “Siamo partiti bene, ma ci sono squadre più attrezzate”, dicevano in coro Mancini e Paulo Sousa, quando Inter e Fiorentina comandavano il campionato. Il ruolo di favorito cambia padrone alla velocità della luce, ma tutti lo fuggono, quasi come se portasse sfortuna, anche se in realtà la sfortuna non c’entra, ovviamente. Quello che si teme è il peso che l’appellativo di principale candidata al titolo comporta. Le pressioni che scatena, la paura di non farcela, le conseguenze di un fallimento. Mantenere un basso profilo aiuta a prevenire figuracce e, soprattutto, evita che l’ambiente si infiammi prematuramente.

CRESCITA– L’atteggiamento di Roma e Napoli è un netto segnale di discontinuità con il recente passato. Lo scorso anno, infatti, da entrambe le piazze arrivavano clamorosi proclami dopo una semplice vittoria e ci si definiva stellari anche con la Juventus ormai irraggiungibile. Quest’anno, invece, c’è più umiltà, più realismo, quasi come se davvero si fosse imparato dagli errori passati. Questo nuovo atteggiamento rende le due squadre ancora più temibili, per la Juve. Perché significa crescita e maturazione e di conseguenza meno cali di concentrazione. La Juve è avvisata. Quest’anno sarà tutto dannatamente più difficile. E non solo per la falsa partenza.

Edoardo Siddi

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