Juve-Atalanta, le pagelle dei bianconeri: benvenuti nell’era di Paulitos

Dybala e Mandzukic firmano, ma è Pogba a dare la risposta più bella. Con un carico di meravigliose emozioni, la Juventus torna a vincere allo Stadium: è il secondo trionfo dopo la rimonta al Bologna. E ora la classifica inizia, almeno in parte, a ripiazzarsi nella giusta carreggiata.

Ecco le pagelle.

BUFFON 6 – Un’uscita, un paio di brividi, tanta pressione però finalmente scrollata. Ci aveva messo la faccia anche a San Siro, oggi è Buffon a guidare la remuntada.

PADOIN 6 – Alienato Moralez, resta Dramé: qualche volta, complice Khedira, gli lascia un po’ di campo. In fase offensiva? Crescita costante.

BONUCCI 6.5 – Pinilla non è in vena, o perlomeno Bonucci non gli concede facili sregolatezze. Personalità da vendere, insieme alla buona sorte: emblematico il tunnel su De Roon. Così come quel rimpallo vinto su Pinilla…

CHIELLINI 6.5 – Con l’Inter tra i migliori, con l’Atalanta altrettanto. Sta bene: si vede ed è palese. Attento, di cuore. Perfetto complice di un Bonucci elegante: perché lui ci mette tutta la sostanza di questo mondo.

EVRA 7 – Perché non Alex Sandro? Ventisei milioni di buoni motivi andati in fumo guardando Patrice Evra: un motorino pazzesco. Che avanza, attacca. Poi scappa indietro ed insegna diagonali al mondo intero.

KHEDIRA 6 – Tatticamente ineccepibile, semplicemente inattaccabile. Fa da scudo a Marchisio, andando di tanto in tanto con qualche finezza. Ovviamente: mai fine a se stessa. Dicasi stoffa.
STURARO s.v. – Qualche minuto per lui, solita garra.

MARCHISIO 6.5 – Personalità, pure tanta. I compagni lo cercano, Marchisio non si nasconde. Più di altre volte, oggi contava consapevolezza: Claudio era dentro il match in ogni senso possibile.

POGBA 7.5 – 1+0+5. Quanto fa? Sei. Come il suo vecchio numero, quello con cui il mondo l’ha ammirato e se n’è perdutamente innamorato. La provocazione potrebbe essere questa: non conta la 10, conta Pogba. Ed oggi, allo Stadium, quarantamila fortunati l’hanno potuto riabbracciare. Senza più frivolezze, solo meravigliosa concretezza. Ah, il rigore e quella corsetta stonano. Ma la gioia del ritorno del figliol prodigo non è più grande dei suoi errori?

PEREYRA 6.5 –Allegri gli affida la trequarti, Pereyra inizia svariando e seminando il panico. Fino al crack: infortunio muscolare, e belle speranze rimaste tali.
ASAMOAH 6.5 – La notizia più bella, oltre alla vittoria, è proprio il ritorno di Kwadwo Asamoah. Che sta bene, che va forte, che è il solito concentrato di potenza. Bentornato.

MANDZUKIC 6.5 – Pronti, via: se ne divora due in appena cinque minuti. E per tutto il primo tempo non tocca un pallone, quasi avulso dal gioco e dai dettami tattici dei bianconeri. Basta un pallone, quello giusto: zampata rapace, e fiuto rispettato. Essenzialmente Mario.
MORATA 6 – Ha tanta voglia, ma non rischia. Mercoledì toccherà a lui, oggi più di un semplice allenamento.

DYBALA 8 – Quel sinistro con cui sblocca il match? Ha tanti significati. L’urlo con cui esulta, ne ha invece un’infinità. Nella settimana delle polemiche, lui risponde sul campo: giocando, segnando, dribblando. E facendo sognare tutto il popolo bianconero: perché quel sangue, quella voglia, quel talento, non possono che suscitare stupendi ricordi. Benvenuti nell’era di Paulitos.

ALLEGRI 7 – “Adesso parlo io”, aveva tuonato in conferenza. E anche oggi ha parlato: senza parole però, solo con le scelte. Dybala dentro in una settimana infuocata: come spesso accade, ineccepibile la gestione psicologica del livornese. Che addirittura “azzarda” Pogba trequartista sul finale di primo tempo, e che ripropone il centrocampo titolare per aumentare la coesione. Inattaccabile, semplicemente.

Cristiano Corbo

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