L’ex stella della Juve, Michel Platini, ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni de Il Corriere della Sera, in cui ha affrontato diversi temi, alcuni dei quali molto curiosi.
Il tre volte Pallone d’Oro ha parlato senza peli sulla lingua di molte vicende legate all’ambiente bianconero, aprendo le danze su quello che è stato il suo rapporto con l’avvocato Gianni Agnelli. A detta del francese, infatti, ‘non poteva essere considerato amico’ per la troppa differenza di età e quindi bisognava trattarlo sempre con la massima autorevolezza. La stima tra i due però è stata reciproca, con Agnelli che in prima persona ha voluto fortemente il suo arrivo ed è stato da sempre ‘orgoglioso’.
E’ stato toccante, invece, il suo ricordo su Paolo Rossi, suo ex compagno di squadra ai tempi della Juve, con il quale ‘si poteva parlare di tutto’:
Io gli rubavo le sigarette e lui si arrabbiava tantissimo. Sono stati anni fantastici per noi e ci siamo divertiti tanto, ma soprattutto abbiamo vinto tanto. Giocavo non solo con grandi calciatori, ma con uomini speciali, molti dei quali sono restati miei amici.
Platini: “Io presidente della Juve? Non me lo hanno mai chiesto”
Tra i tanti temi discussi, Platini ha fatto il punto anche su quello che è il suo futuro:
Sono stato prima calciatore, poi allenatore e dirigente. Oggi ho 68 anni, sono segnato da quarant’anni di pressione . Ho ricevuto diverse proposte, ma ho sempre rifiutato tutto. Ora sto godendo la mia vita. Presidente della Juve? Nessuno me lo ha mai chiesto…
Per chiudere, non poteva mancare il ricordo sulla tragica notte dell’Heysel, in cui persero la vita 39 persone e che a suo modo di vedere fu ‘uno dei giorni più brutti di sempre’:
Quando pensi a tutta la gente che era venuta fin lì per vedercie non hanno più fatto ritorno a casa, dalla propria famiglia… Io non mi sono quasi mai espresso su quel giorno, non mi piace parlare del dolore altrui, ma è stato davvero sconvolgente e tragico.