ESCLUSIVA SJ – ATTILA MALFATTI: “La Juventus non vuole lo Scudetto a tavolino? Per forza, è una società abituata a vincere sul campo. Alla Juve ho tanti amici”

La vita a volte sa essere bastarda. Sudi, dai sempre il massimo in ogni cosa, ti guadagni delle opportunità e, nonostante sembra tu sia sulla strada giusta, la fatalità ci mette lo zampino per mandare tutto all’aria, per il momento. E’ la descrizione di Attila Malfatti, una vita passata da allenatore del mondo della Juve dai Piccoli Amici fino agli Allievi stando a stretto contatto anche con la realtà della prima squadra, passando per le stagioni allo Spartak Mosca con Massimo Carrera e l’avventura allo Zilina iniziata da allenatore specialista della fase difensiva terminata nella prima squadra da primo assistente. Esperienza conclusa per la pandemia del coronavirus. Il nostro Michele De Blasis lo ha raggiunto telefonicamente per un’intervista tra aneddoti, rapporti, valutazioni del mondo juventino passato e prossimo. Attila si presenta così:

“Martedì finisco la mia quarantena dopo esser tornato da Zilina. Passo i miei giorni in camera, ho una moglie e due figli e devo purtroppo evitare ogni tipo di contatto con loro. E’ dura, ma è giusto farlo. Rimanere in casa è difficile per tutti, vedo troppa gente in giro per Torino e restare nelle proprie abitazioni è l’unica cosa che si deve fare finchè non migliorerà la situazione”.

SAPPIAMO DEL SUO BEL RAPPORTO CON GIORGIO CHIELLINI…

“Ho conosciuto Giorgio (Chiellini, ndr) il primo anno che è arrivato a Torino perchè lavoravo già qui. Ricordo una cena con Giannichedda, Zambrotta, Abbiati e Blasi dove c’era anche lui. Abbiamo approfittato delle nostre origini toscane per legare un gran bel rapporto che dura tutt’oggi, ci sentiamo quotidianamente: è qualcosa di più di un’amicizia, siamo molto molto legati anche con le nostre famiglie. Ci scambiamo sempre idee su tutto, è molto giovane ma allo stesso tempo è maturo per la sua età. Al di là del fatto che è un campione, è una persona umana con tutti e mi inorgoglisce molto. Basta pensare che mentre gioca in passato studiava, dava esami anche dopo partite importanti e non ha mai perso di vista i valori importanti della vita. E’ un esempio per tutti”.

COM’È ENTRATO NEL MONDO JUVE?

“Sono amico fraterno e testimone di nozze di Mark Iuliano, è lui che mi ha presentato a Pietro Leonardi insieme a Paolo Montero. Così ho smesso di giocare sono entrato subito nel mondo Juve ai tempi di Moggi e Leonardi. Col tempo ho avuto la possibilità di conoscere persone straordinarie come Mauro Sandreani, Stefano Braghin e Fabio Paratici che sono stati molto importanti per la mia crescita, insieme a Iuliano, Pessotto, Montero. Sono stati dei Maestri che mi hanno aiutato molto a crescere professionalmente, così come Antonio Conte e Massimo Carrera. La Juventus è sempre stata una grande scuola, ho la fortuna di avere il figlio più grande che gioca nelle U12 e quindi sono ancora a contatto con gli addetti ai lavori di oggi. La Juventus è una delle poche società al mondo dove c’è continuità in tutti i settori, di categoria in categoria. A livello sportivo, e non, solo mi hanno trasmesso molti valori che mi hanno permesso di essere ciò che sono ora”.

UNA PERSONA MOLTO IMPORTANTE PER LEI È STATA MASSIMO CARRERA

“Massimo (Carrera, ndr) è una persona molto concreta, a cui devo tanto che mi ha dato l’opportunità di vivere un’esperienza molto importante allo Spartak Mosca: abbiamo vinto subito la Supercoppa di Russia, abbiamo partecipato alla Champions League, siamo usciti ai rigori alla semifinale di Coppa nazionale ed abbiamo concluso al terzo posto nel campionato successivo. Complessivamente siamo molto contenti del lavoro che abbiamo fatto, Massimo ha dato la dimostrazione di poter stare a certi livelli. Non a caso stava facendo benissimo anche all’AIK Atene in Grecia prima dell’emergenza del coronavirus, penso che sia un tecnico che può allenare grandi squadre. Secondo me ha fatto la gavetta giusta per poi diventare un qualcuno come allenatore: è un vincente. In futuro può sedere anche sulla panchina della Juventus, perchè no?”

ANCHE ANTONIO CONTE L’HA ISPIRATA MOLTO, VERO?

“Quando è arrivato Conte come allenatore alla Juve io ero all’U16, ti dico che c’erano continue riunioni tra società e mister dei vari settori dove partecipava anche lui per spiegare il suo calcio. Ad esempio perchè usava un certo modulo anzichè un altro, è stato il primo a farci capire che la cosa più importante è l’intensità. Ci ha spiegato perchè è passato dal 4-2-4 al 3-5-2: “è molto semplice, con l’arrivo di Pirlo si toglie un difensore per aggiungere un centrocampista”. Questo dimostra quanto era avanti al tempo ed il campo gli ha sempre dato ragione. Il ricordo più bello che ho di quel periodo è Juventus-Parma, gara inaugurale dello Stadium. Alla fine della partita avvicinai Cristian Stellini (il secondo allenatore) e gli dissi: “era da tanto che non si vedeva una Juve così”. Veramente, rimasi impressionato. Conte è un vero allenatore perchè i giocatori li fa migliorare”.

HA FATTO BENE LA JUVE A SEPARARSI DA ALLEGRI?

“Non so se la Juve ha fatto bene a separarsi da Allegri, queste cose bisogna viverle da dentro per capirle bene. Anche Max ha dimostrato di essere un grande allenatore, una persona molto intelligente e bravissima a rapportarsi con squadra, società e stampa, è sempre stato bravo a leggere le partite ribaltandole con dei cambi in corsa. Quando vinci non ti può dire niente nessuno, anche se lo fai di “corto muso” come diceva lui”.

IL SUO GIUDIZIO SU SARRI?

“Sarri non lo conosco personalmente, non so come lavora. Tutti parlano delle prestazioni della sua Juve, ma ciò che conta è che è primo in campionato, in semifinale di Coppa Italia e deve giocare il ritorno con il Lione in Champions League. Non gli si può dir niente, nel calcio contano la concretezza dei fatti e per ora non si possono fare critiche. Come ho già detto prima per poter giudicare bisogna stare dentro le realtà, noi essendo fuori ci dobbiamo attenere ai fatti che sono ottimi per ora”.

QUAL È LA SUA FILOSOFIA DI GIOCO?

Nel calcio contano molto i dettagli, le sfumature all’interno delle partite. Ricordo un episodio importante che mi capitò in una riunione per Juventus University che si svolgeva al Delle Alpi, facevo il relatore della parte tecnica e c’era Fabio Capello come ospite. Durante il suo intervento ci disse: “la differenza tra le categorie è evidente: se sei professionista e fai 4 errori prendi un gol, in Serie B se fai 2 errori prendi un gol, in Serie A se fai 1 errore prendi un gol, in Champions League se sbagli un dettaglio prendi gol“. Questo insegnamento lo porto sempre con me, è la semplice verità”.

LA SUA ULTIMA AVVENTURA NON SI È CONCLUSA AL MEGLIO…

“La mia avventura allo Zilina si è conclusa a causa del coronavirus. Come esperienza è stata molto positiva, ci sono tantissimi giovani che possono avere un futuro luminosa nel calcio che conta. Abbiamo concluso la stagione regolare al secondo posto dopo lo Slovan Bratislava, era una squadra giovanissima dato che il più vecchio aveva 26 anni. Ho sposato appieno questa scelta della società di lavorare con i giovani, abbiamo una seconda squadra in Serie B con cui giocavamo con molti 2001 e 2002. Con le squadre ho lavorato soprattutto sulla fase difensiva, molto sulla tattica sia nella fase con la palla che senza. A dicembre abbiamo venduto Bozenik al Feyenoord, che tra l’altro aveva segnato in nazionale contro la Croazia e Paraguay. Ci sono molti giocatori interessanti, in tutte le categorie”.

COSA PENSA DELLA JUVENTUS CHE NON VORREBBE LO SCUDETTO ASSEGNATO A TAVOLINO QUAL’ORA NON RIPRENDESSE IL CAMPIONATO?

La Juventus è una società di Signori.

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