L’analisi tattica – Un Milan cinico piega la Juventus

Milan e Juventus si affrontano in un San Siro tutto esaurito, con le due squadre inizialmente schierate come da pronostico; da un lato il 4-3-3 spregiudicato dei rossoneri di Vincenzo Montella e, dall’altro, il classico 3-5-2 di Max Allegri. 

L’analisi tattica: rossoneri aggressivi e fallosi, la Juventus cerca di imporre il gioco

Fin dai primi minuti assistiamo a un Milan attento e aggressivo, seppur allo stesso tempo decisamente falloso, con molti giocatori della Juventus a farne le spese. I rossoneri d’altra parte hanno deciso di impostare la partita proprio dal punto di vista fisico, risultando pericolosi nelle giocate in velocità tramite i due esterni d’attacco Niang e Suso. Dal canto suo, invece, la Juventus è scesa in campo inizialmente con una buona mentalità, volendo fin da subito imporre il gioco e chiamando in causa le sgaloppate dei due esterni Alex Sandro e Dani Alves sulle fasce oltre che, in alcune circostanze, cercando di sfruttare le classiche verticalizzazioni di Pjanic e Dybala, quest’ultimo impegnato a proporsi tra le linee avversarie.

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Milan-Juventus: prima frazione equilibrata

Poche occasioni comunque nei primi 20 minuti con un sostanziale equilibrio in campo; d’altra parte, è risultato fin troppo difficile per entrambi le compagini trovare spazi interessanti e rendersi incisive. La Juventus, infatti, ha peccato di velocità nello scorrimento della manovra, cosicché i rossoneri hanno finito per cavarsela senza grossi patemi. La squadra di Allegri, ad ogni modo, è stata messa in difficoltà dai ribaltamenti di fronte degli avversari – efficaci nel contropiede – e, come capita ormai da troppo tempo ai campioni d’Italia, eccessivi sono stati i pericoli in occasione dei calci piazzati, come sul tiro di Paletta al 25′ a seguito di un calcio d’angolo chiuso comunque in modo efficace da Hernanes.

Il Milan, inoltre, ha saputo allargare bene il gioco, mettendo in difficoltà gli esterni juventini, costretti a ripiegare e a ridurre le spinte offensive. Al 32′ il risentimento muscolare per Dybala, ha costrinto la Juventus a un cambio forzato, con il numero 21 a lasciare il campo sostituito da Cuadrado. Una soluzione di emergenza con Mandzukic non al meglio e il colombiano schierato in un ruolo per lui non consueto, leggermente arretrato rispetto a Gonzalo Higuaín proprio come la Joya.

Nonostante il gol annullato ingiustamente a Pjanic, la Juventus avrebbe senza dubbio potuto sfruttare meglio i calci da fermo, una possibile arma non adeguatamente utilizzata dai bianconeri.

Del resto, a complicare i piani della Vecchia Signora è stato, con ogni probabilità, l’atteggiamento fortemente aggressivo del Milan, con Higuaín fin troppo isolato in avanti senza poter usufruire di palloni giocabili. Se vogliamo, non bene neanche il brasiliano Hernanes il quale, pur essendo in un ruolo non suo – quello di di regista – non è riuscito a sviluppare adeguatamente la manovra, con Pjanic costretto agli straordinari, in un certo senso, per coprire la mancanza di gioco da parte del numero 11 e assumendo lui stesso l’iniziativa nello smistamento dei palloni.

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Secondo tempo: un tiro in porta che vale la sconfitta per i bianconeri

Nel secondo tempo, il Milan ha continuato nel suo pressing efficace e indirizzato su ogni portatore di palla, complicando lo sviluppo della manovra dalle retrovie tipica della squadra di Allegri. Certo, la Juventus ha comunque tentato di tenere in mano il pallino del gioco, tuttavia, incappando in troppe giocate individuali, forse proprio a causa del gioco offerto dai rossoneri, molto ben messi in campo da Montella. Questo, evidentemente, ha fatto crescere il nervosismo tra i calciatori bianconeri, i quali hanno finito per giocare con eccessiva tensione.

L’unico tiro in porta di tutta la gara – tolto quello del primo tempo da parte di Pjanic dal quale è scaturito il gol annullato e quello di Khedira negli ultimi minuti – lo ha effettuato il Milan ed è valso il vantaggio dei rossoneri. Neanche a dirlo è il tanto elogiato Locatelli ad aver trovato un eurogol all’incrocio dei pali, sul quale Buffon non ha potuto nulla. Analizzando, tuttavia, i motivi che hanno portato il giovane centrocampista al tiro indisturbato, cogliamo senza dubbia una brutta disattenzione da parte dell’esterno sinistro bianconero Alex Sandro il quale, colpevolmente, si è dimenticato di accorciare sul giocatore rossonero in arrivo dalle retrovie.

Juventus troppo tesa: arriva la seconda sconfitta

Una volta in svantaggio, peraltro, la Juventus non ha adottato l’atteggiamento tattico giusto, gettandosi in attacco alla ricerca del pareggio ma mancando del necessario ordine e, soprattutto, persistendo con giocate troppo individualistiche da parte di Cuadrado in primis e del brasiliano Dani Alves. Troppo nervosismo – alquanto insolito per i bianconeri – che, inevitabilmente, ha fatto scoprire ancora di più il fianco ai continui contropiedi del Milan.

Giunti al 75′ Allegri getta nella mischia il croato Mandžukić togliendo Benatia. Si è passati al 4-1-4-1 con il neoentrato ad agire come prima punta. Nonostante questo, il dato allarmante per i bianconeri, tuttavia, è il fatto di non aver creato situazioni da gol, lasciando Donnarumma sostanzialmente inoperoso nell’arco di tutta la partita, a esclusione dell’ultimo grande intervento su Khedira a salvare il risultato. Certo, anche Gigi Buffon, dal canto suo, non ha dovuto compiere alcun intervento, se non fosse per l’unico tiro in porta sul quale neanche in versione Superman sarebbe potuto arrivare.

In conclusione, un Milan attento e cinico riesce a battere una Juventus non ordinata e mai pericolosa in attacco.

 

 

 

 

 

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