Morata a Marca: “Dura non tornare alla Juve, ma l’ho fatto per compiere il mio sogno”

Ritorno a casa per Alvaro Morata. Una frase dura da digerire per tutti i tifosi bianconeri che hanno sostenuto e tifato per due anni di successi il canterano madrileno. Ma per Alvarito quest’estate si è compiuto un percorso inevitabile, quello che si sarebbe concluso con l’ingresso al Santiago Bernabeu nuovamente con la maglia del Real. Alvarito ha parlato in esclusiva al quotidiano spagnolo Marca, ritornando anche sulla sua esperienza in bianconero:

IL SOGNO“Ne ho molti. Essere qui e vincere qualcosa con la Nazionale, perché ho vinto molto ma vincere con la Nazionale è il massimo per un calciatore. So che è molto difficile, lo sappiamo tutti, ma ci sono giocatori e qualità per riuscirci”.

morata spagnaEURO 2016 – “Me la sono goduto ma c’è stato un momento di tensione, quando non ho segnato nella prima partita e abbiamo vinto di misura. Speravo solo che il tempo passasse, avevo voglia di giocare e tutto andò meglio dopo il primo gol. Quando si sta in un gruppo così, ci si gode il momento, ma penso sinceramente che avremmo potuto fare molto di più”.

ESTATE DI CALCIOMERCATO – “E’ stato un’estate pazza per via del calciomercato, è stato difficile giocare un Europeo e tutti i giorni ricevere cinque o sei telefonate da posti diversi. Sono stato abbastanza concentrato e professionale, considerando la situazione in cui mi trovavo. Mi hanno chiamato squadre, allenatori, dirigenti, non mi aspettavo di vivere una situazione del genere. Quando sono tornato al Real, c’erano ancora squadre che continuavano a insistere per me. E non ho nemmeno segnato più di 20 gol in una stagione! Ma credo di avere ancora un ampio margine di miglioramento”.

FELICITÀ – “Ora sono felice, come potrei non esserlo se sono titolare nel Real e nella Nazionale? Non potrei essere più felice di così. Dovrò continuare a lavorare molto per continuare su questa strada qua, ma sono disposto a farlo. Ho scelto di restare al Real perché è la squadra con più probabilità di vincere titoli in Spagna e Europa e perché in fondo credo che se non fossi rimasto a Madrid quest’anno, me ne sarei pentito per tutta la vita. E’ l’opportunità della mia vita. Se in un determinato momento mi è passato per la testa di non restare a Madrid è perché dal club non ricevevo la fiducia che speravo. Ma se me ne fossi andato, non me lo sarei perdonato”.

PIÙ PRESSIONI – “C’è più pressione qui che alla Juve, chiaramente. Ogni volta che sbagli un controllo o che fai qualcosa che non piace ai tifosi… lo noti. Noti che non l’hai fatto bene e senti questo ronzio nell’orecchio, che non può smettere. Però sono cambiato da quando sono andato via dal Real, ho giocato partite importanti, un Europeo, una finale di Champions. Da fuori può sembrare diverso, ma io sto bene, sono contento. Sì, è vero, devo iniziare a sorridere un po’ di più in campo e sembrare meno teso”.

Morata Juve-InterL’ITALIA E LA JUVE – “L’Italia mi ha cambiato in tutto. Calcisticamente, fisicamente, in potenza, tatticamente… Ma mi resta molto da imparare. Quello che mi ha impressionato di più dei leader della Juve è il loro lato umano. Non avevo mai visto in vita mia un portiere capitano dell’Italia e della Juve fermarsi a firmare autografi e non andare a casa finché non aveva accontentato tutti. Di Pirlo mi ha impressionato la capacità di farsi ascoltare da tutti senza chiedere attenzione. Un ragazzo super tranquillo, ma quando parlava era un autentico leader. E di Chiellini, beh… In campo sembra una bestia, poi fuori è un pezzo di pane che ti aiuta in tutto. E’ stata un’esperienza indimenticabile. Mi spiace moltissimo non tornare, ma l’ho fatto per compiere il mio sogno. Lì ho lasciato molti compagni, amici e la gente che mi voleva molto bene”.


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