Chi sale, chi scende. Ed è solo giugno…

9 giugno 2016. Esattamente 365 giorni fa la bomba Sami Khedira deflagrava a Torino. A un anno di distanza si sta per ufficializzare l’acquisto di quello che, per doti tecniche e prospettiva, è tra i centrocampisti più forti dell’intero panorama calcistico. Miralem Pjanić andrà a rimpolpare un reparto che si inserisce di diritto tra i migliori d’Europa, ma l’affare vale doppio se si pensa allo scacco matto di Marotta che toglie la miglior pedina dell’armata giallorossa a Luciano Spalletti. E, in questo scenario rocambolesco, bisogna tenere in considerazione non solo il rafforzamento dei bianconeri, ma anche l’indebolimento delle avversarie.

PERDENDO PEZZI – Importante per le avversarie della Juventus non è solo la questione “chi andrà via” ma anche l’altra faccia della medaglia, quel “con chi si sostituisce” che mette in crisi tutte le antagoniste. Partiamo dal Napoli: Koulibaly, forse la rivelazione stagionale della Serie A, esce allo scoperto con dichiarazioni brusche che lo allontanano dal San Paolo, mentre lo spettro dello strapotere economico delle big europee aleggia sulla clausola rescissoria di Higuain. Difficile sostituire un difensore che ha reso come il senegalese (che intanto ha ricevuto una multa dal club); impossibile trovare un bomber come l’argentino rivitalizzato da Sarri. L’aria è tesa, troppo per essere soltanto a giugno, e il Napoli rischia grosso con un mercato che fatica a decollare. Arriviamo alla Roma, già toccata in precedenza dal discorso Pjanić, al quale vanno aggiunti i capricci di Nainggolan (che resta vago sul suo futuro ipotizzando un interesse del Chelsea) e allo sfortunatissimo infortunio di Antonio Rudiger, rimediato dal difensore nel primo allenamento in Francia con la nazionale tedesca (rottura del crociato e rientro in campo non prima di gennaio). Pallotta in poche ore vede sfumare i soldi ricavati dalla cessione del giocatore alla difficoltà di dover rimpiazzare, senza entrate, lo stesso ruolo. E con l’impiccio di un centrocampo che si sta sfaldando. La gestione economica diventa delicata: tante emergenze con pochi capitali a disposizione, nonostante i 30 milioni cash incassati dalla Juve. Insomma: la Juve gonfia il petto, la seconda e terza forza del campionato sembrano già più deboli di ciò che erano qualche settimana fa. In ginocchio, con poche razionali chance di rimettersi in piedi e, attualmente, ancor più lontane dal valore della rosa di Allegri.

2. Roberto Mancini (Inter): 1.86 punti a partita

 

ANCHE MILANO PIANGE – Lo stesso discorso si può fare per Milan e Inter: i rossoneri, fuori da tutto, fanno i conti con un appeal oramai arrugginito, e con le vicende societarie che sottraggono risorse agli interventi immediati, a quella squadra da rifondare. Pellegrini potrebbe essere l’ennesimo allenatore, o l’ennesimo capro espiatorio di una società che sembra essersi dimenticata come si diventa grandi. L’Inter invece, nonostante la trasformazione cinese, dovrà vendere qualche pezzo per evitare guai legati al FPF. Murillo e Brozovic su tutti, ma a convincere poco resta il progetto in generale.

La Juventus fa un passo in avanti, in attesa di Dani Alves, le avversarie non solo restano ferme, ma sembrano fare un passo indietro. Ma, lo sappiamo, è solo il 9 giugno…

Luca Feole

Impostazioni privacy