Juve al piccolo trotto, ma vince ancora

Con lo scudetto già in Carpi-one non era lecito attendersi un partitone, ma bensì un’onesta sarabanda che regalasse minutaggio ai comprimari di stagione, la penultima passerella casalinga agli indiziati di ritorno alla base e, soprattutto, salvaguardasse la regolarità della lotta salvezza nella quale la banda Castori è pesantemente invischiata.

Tutto questo si è puntualmente verificato nonostante ritmi di gara abbastanza compassati e qualche leziosità di troppo. A prescindere dal costante aggiornamento di parecchi rilievi statistici era tra l’altro importante che l’asticella della tensione agonistica non subisse eccessive diminuzioni per regolare al meglio l’avvicinamento alla finale di Tim Cup e, al riguardo si può tranquillamente affermare che tale intenzione non è stata disattesa.

La partita, invero molto ordinaria e compressa fra l’entusiasmo ribollente degli spalti e il clima affatto primaverile incombente sul rettangolo verde ha rispecchiato uno spartito ampiamente prevedibile: gran possesso palla dei sempiterni Campioni in carica, peraltro effettuato con una circolazione della stessa sovente lenta e macchinosa e tentativi emiliani di punzecchiatura effettuati sulla scorta degli errori juventini nei fraseggi di metà campo.

In buona sostanza, quindi, una sorta di allenamento ufficiale contrappuntato da molta accademia e qualche sbadataggine, ma sul quale non è mai gravata incertezza per l’esito finale, anche perché ad assicurare una pausa pranzo non indigesta hanno provveduto l’immarcescibile Buffon, nell’unica occasione in cui è stato chiamato a rispondere presente e il ditirambico Pogba, sempre prodigo di assist e, come al solito, poco assecondato da sodali di reparto non particolarmente versati alla comprensione del suo linguaggio calcistico.Zaza

Registrate la prima e probabilmente ultima capriola di Hernanes fra le mura del santuario bianconero, la seconda ammonizione consecutiva rimediata da Rugani ( per certi versi un altro record ) e l’ennesimo goal da subentrante siglato da Zaza, non resta altro che valga la pena di ricordare, giacché, priva del pathos per il risultato, ogni contesa lascia il tempo che trova e sparge noia in abbondanza, sebbene siano in scena i colori più amati. Ci sarebbe, al contrario, qualcosa da rimuovere: i baffoni di Bonucci ( a proposito: tanti auguri ); lo Bergomizzano! 

Ciondimeno, pur auspicando che la Juventus si astenga dal concedere le briciole pure negli ultimi due turni e si consegni alla coriandolata d’incoronazione con una striscia vincente intonsa e perfettibile, è innegabile che le attenzioni del suo popolo sono rivolte, quasi in egual misura, altrove e, per quanto possa apparire strano, più segnatamente alla campagna di rafforzamento che all’ultimo atto di un’annata sportiva comunque meno positiva di quella scorsa, pure nel caso in cui Madama replicasse l’accoppiata dei trofei peninsulari.

La nazione bianconera ha voglia d’Europa, anzi, è ormai ossessionata dalla smania di legittimare la devastante superiorità nello stivale con un successo extraterritoriale.

Aspettativa giusta, comprensibile, financo cogente e ineludibile, ma nell’attesa l’invito dello scriba a quanti/e amano la Göeba in qualità di semplici tifosi/appassionati/simpatizzanti è quello di riuscire a valorizzare compiutamente il percorso dell’ultimo quinquennio, ignorando nel contempo le elaborazioni favolistiche dei tanti Esopo che, imbavagliati o meno, venderebbero l’anima al diavolo ( quell’altro… ) o al primo cinese di passaggio pur di essere al loro posto.

Meditate gente, meditate.

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