Sbagliando s’impara: la seconda vita degli “scarti” juventini

Le vittorie e i record ottenuti dalla Juve sembrano aver spazzato via ogni traccia di giocatori che la vittoria l’hanno solo sfiorata; sia facendo parte della disastrosa “Juve dei settimi posti” sia facendo da comparsata nei tre anni di stampo contiano.

Non si direbbe, ma anche Marotta e soci hanno fatto qualche passo falso; tuttavia si sa, sbagliando s’impara.

In ordine temporale il primo “bidone” della gestione Marotta è Jorge Andrés Martínez Barrios, meglio noto come Malaka Martìnez.

Dopo due esaltanti stagioni al Catania di Zenga prima e Mihajlovìc poi, l’esterno uruguayano viene acquistato dalla Juve per ben 12 milioni di euro, risultando uno dei colpi più cari del mercato bianconero. L’impatto non è esaltante, il prosieguo se possibile, ancora peggio: forma fisica discutibile e doti tecniche mai dimostrate. Risultato? 14 presenze e 0 goal.

Un'annata scellerata in chiave mercato: quel 2012/13 sarà ricordato sia per Lord Bendtner che per Nicolas Anelka. Il francese fu più sfortunato: soltanto 3 presenze. Attualmente, punta del Mumbai, pure strapagata.

Dopo la Juve è sparito; qualche esperienza in B condizionata dai soliti problemi fisici e poi nel 2014 il ritorno in patria dove tuttora è in prestito dalla Juventus al quasi omonimo team uruguagio Juventud.

Sempre nella stessa stagione, l’ultima dei due settimi posti, la Juve acquistò Miloš Krasić, funambolo serbo che nella prima metà della stagione 2010-2011 si guadagnò la pesante nomea di “nuovo Nedved”. Troppo pesante per un giocatore che con il pallone d’oro cieco condivideva solamente la chioma bionda. Dopo un inizio pazzesco fatto di sgroppate a velocità supersonica e di goal importantissimi, il vuoto; finisce male con Delneri e inizia ancora peggio con Conte che a gennaio 2011 lo spedisce per direttissima in Turchia al Fenerbaçhe. Anche per lui la medesima sorte del Malaka, dalla Juve al dimenticatoio.

Poi la vecchia signora è tornata a vincere, Marotta ha piazzato colpi da 90: da Pirlo a Vidal fino Barzagli. Ma è risaputo, errare è umano, infatti anche nelle successive due stagioni i colpi sfortunati non mancano: nel 2011 arriva in pompa magna Eljero Elia, esterno olandese autore di un buon campionato in Bundesliga con l’Amburgo e di qualche apparizione in nazionale maggiore. 15 milioni è la cifra destinata da Marotta al suo acquisto che a fine campionato si rivelerà un vero e proprio flop; poche presenze e nessun goal. Dopo l’esperienza torinese sponda bianconera, il ritorno in Germania al Werder Brema a cui segue mezza stagione al Southampton del connazionale Koeman. Anche in Premier tuttavia, non riesce a trovare la sua dimensione.

Nel 2013 gli ultimi due veri flop della gestione marottiana: a giugno Bendtner e a gennaio Anelka. Zero reti in due e una stagione finita com’era iniziata, nell’anonimato.

La carriera del pazzo ariete danese è proseguita al Wolfsburg, squadra che poche settimane fa ne ha rescisso il contratto per i soliti problemi caratteriali che l’hanno contraddistinto fin dagli esordi all’Arsenal.

Anelka invece, dopo i sei mesi juventini ha salutato il calcio che conta andando ad intraprendere la carriera di giocatore-allenatore in India al Mumbai F.C.

Tutte storie che mettono in risalto quanto di buono fatto dalla dirigenza bianconera, che nonostante qualche intoppo è riuscita a reagire portando la squadra a vincere dominando per cinque stagioni consecutive in Italia.

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