La solitudine del numero nove

Dal suo arrivo a Torino, Dusan Vlahovic, doveva essere l’arma in più per tornare a vincere. Oggi, a distanza di qualche mese, il numero nove della Juventus è sempre più solo. Un attaccante depotenziato da un gioco difensivista e attendista, e che non trova nell’ex Fiorentina il suo centro di gravità permanente. ‘La solitudine del numero nove’, nonostante i quattro gol in sei partite, il serbo sembra sempre (o quasi) fuori dal gioco. Rabbia, fame e cattiveria agonistica, tutte doti che DV9 ha e lascia trasparire nelle sue smorfie in campo, ma senza un’assistenza adeguata il numero nove bianconero rischia di perdersi in questa stagione.

A 22 anni avere tutti gli occhi addosso e vedere sopratutto rivolte le speranze dei propri tifosi non è facile. DV9 non sembra però aver paura, cosi come nel suo esordio in Champions League contro il Villarreal, quando dopo pochi minuti è andato in gol. E’ innegabile però che la sua potenza da centravanti non venga sfruttata a dovere: spesso Dusan è isolato, fuori dal gioco e a tratti il suo gioco sembra troppo dispendioso. Una delle soluzioni ideate da Allegri è stata quella di mettergli vicino Milik, soluzione che però ha esaltato il polacco e fatto scivolare in secondo piano la posizione di Vlahovic. Serve una svolta e serve subito, perche la Juventus ha bisogno di Vlahovic e Vlahovic ha bisogno della vera Juventus.

Andrea Bargione

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