Caso Suarez, parla il giocatore: “Ho ricevuto prima una chiamata da Nedved, poi da Paratici”

Il casoSuareztorna sulle prime pagine dei giornali. A pubblicare la trascrizione integrale dell’interrogatorio sostenuto dall’attaccante davanti ai giudici di Perugia è ‘La Repubblica’. Il 18 dicembre Suarez è stato ascoltato in videoconferenza dai PM Paolo Abbritti e Giampaolo Mocetti, alla presenza di una interprete di lingua spagnola.

Il passaggio più importante riguarda il ruolo della professoressa Spina, una delle persone indagate per falso ideologico e materiale in merito all’esame di italiano sostenuto da Suarez all’Università per Stranieri di Perugia.

Suarez iracconta di aver ricevuto un pdf dalla professoressa, che gli avrebbe detto di studiarlo bene“perché quel testo poteva essere chiesto all’esame”.

Nel corso dell’interrogatorio, Suarez ha chiarito anche i rapporti con i dirigenti della Juventus.

“Verso fine agosto, inizio settembre, ho ricevuto prima una chiamata da Nedved, poi da Paratici.All’inizio era soltanto per sapere se ero interessato alla trattativa. Dopo se n’è occupato il mio avvocato”.

“Paratici mi disse che mi avevano contattato perché pensavano che avessi il passaporto italiano come mia moglie.Gli risposi che non lo avevo, avevo solo iniziato a fare la relativa pratica chiedendo tutti i certificati necessari nei Paesi in cui ho vissuto”

All’inizio di settembre viene comunicato a Suarez che avrebbe dovuto sostenere un esame di lingua italiana.

“I primi due giorni c’era un’altra ragazza, una sorta di tutor che interveniva per alcune traduzioni in spagnolo. Un altro giorno c’era Lorenzo (Rocca). Mi faceva domande su ciò che avrebbero potuto chiedere in sede di esame. Mi ha fatto vedere 15-20 immagini tra le quali scegliere, io dovevo descriverle. Me le ha fatte vedere tutte dicendo che due o quattro, a scelta, avrebbero potuto essere oggetto dell’esame.Quante lezioni ho seguito? 9 o 10″

Fu lo stesso Suarez a comunicare alla professoressa Spina che il trasferimento alla Juventus era saltato per questioni burocratiche.

“Il mio avvocato aveva parlato con Paratici e aveva saputo che era difficile ottenere la cittadinanza. Allora ho deciso di proseguire comunque la pratica per ottenere il passaporto. Non ricordo la data esatta ma era durante le lezioni.Dopo ho detto a Spina che non sarei più venuto alla Juve”.

Una volta sostenuto l’esame Suarez sentì per la prima volta anche il presidente bianconero, Andrea Agnelli.

“Paratici mi chiamò quando ero in aeroporto per dirmi che avevo fatto la scelta migliore per la mia famiglia. Due giorni dopo mi chiamò il presidente Agnelli per dirmi che era dispiaciuto che la trattativa non era andata a buon fine e mi ringraziava per quanto avevo fatto per facilitare la trattativa, anche forzando i rapporti con il Barcellona. Ho sentito Nedved per l’aspetto sportivo, Paratici e il presidente Agnelli,due o tre giorni dopo l’esame di lingua,che mi ha ringraziato per lo sforzo che avevo fatto per liberarmi dal Barcellona.Agnelli mi disse che con il calcio non si possono mai fare programmi certi. Con Agnelli non avevo parlato prima di allora”.

Suarez infine, quando gli si chiede chi avesse chiamato il taxi per portarlo all’Università, chiarisce come la Juventus non abbia avuto alcun ruolo logistico per lo svolgimento dell’esame

“E’ stata la società che si è occupata dell’organizzazione del volo. Avevo già contattato il Consolato e sapevo che dovevo venire in Italia per sostenere l’esame. Mi è stata indicata solo Perugia come sede di esame

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