In un momento delicato, la Juventus del passato può e deve dare il giusto slancio per tornare a puntare alla gloria: ecco l’11 che ha fatto sognare.
La Juventus non è semplicemente una squadra di calcio, anzi. La Juventus è un simbolo per i tifosi, è passione e vittoria. Un club che ha scritto pagine indimenticabili nella storia del calcio italiano e non solo. Scegliere una top 11 per i giocatori che hanno vestito la maglia bianconera non è affatto semplice. Ma c’è chi, più di altri, ha contribuito e tendere la Vecchia Signora un’istituzione calcistica. .
I migliori giocatori della Juventus: un’eredità di talento e passione
Quando si parla di storia della Juventus, non si può ignorare il talento che ha calcato il prato dell’Allianz Stadium e dei suoi predecessori. Da portieri che hanno difeso la porta bianconera, ai bomber capaci di far tremare le difese avversarie: ogni ruolo ha avuto il suo eroe. Questa top 11 non è solo una lista di nomi, ma un racconto di dedizione, sudore e momenti che hanno scolpito il DNA juventino.
Tra i pali non può che esserci Gianluigi Buffon, una vera leggenda vivente dell’ambiente juventino. Gigi ha difeso la porta bianconera per 17 anni, dal 2001 al 2018, vincendo tutto ciò che c’era da vincere in Italia e diventando un simbolo bianconero. Le sue parate, spesso al limite dell’impossibile, hanno salvato la Juventus in match cruciali, come la finale di Champions League del 2003 contro il Milan. Ancora oggi, a oltre 40 anni, continua a stupire con il Parma, ma il suo cuore resta a Torino.

In difesa troviamo Gaetano Scirea, un gentleman del calcio e uno dei più grandi liberi della storia. È stato capitano negli anni di massima espressione della squadra, tra gli anni ’70 e ’80, e ha alzato al cielo la Coppa dei Campioni nel 1985. Accanto a lui, Claudio Gentile, il terzino che fece disperare Maradona e Zico con la sua marcatura asfissiante, e Ciro Ferrara, roccia difensiva degli anni ’90 e 2000, sempre pronto a mettere il corpo per la causa bianconera.
A centrocampo, spazio a Zinedine Zidane, il genio francese che con la Juventus ha incantato il mondo intero tra il 1996 e il 2001. Le sue giocate eleganti e i gol, come quello in finale di Supercoppa Europea contro il PSG, sono ancora nei sogni dei tifosi. Insieme a lui, Giancarlo Antognoni – anche se più legato alla Fiorentina – ha lasciato il segno in bianconero, e Andrea Pirlo, il maestro dei calci piazzati che ha guidato la squadra a quattro scudetti consecutivi.
In attacco, non possono mancare Alessandro Del Piero e Gianluca Vialli. Del Piero, il capitano per antonomasia, ha segnato 290 gol in 705 presenze, diventando il recordman bianconero. Vialli, invece, con la sua grinta ha trascinato la squadra alla Champions del 1996. Completano il quadro Roberto Baggio, il Divin Codino che ha fatto innamorare Torino prima di Firenze, e Paolo Rossi, eroe del Mondiale ’82 e bomber implacabile.
Le leggende della Juventus che hanno segnato un’epoca
Parlare delle leggende della Juventus significa rivivere un’epoca d’oro del calcio italiano. Pensiamo a Scirea, che con la sua classe trasformava ogni intervento in un gesto elegante, o a Gentile, che durante Italia-Argentina del 1982 fece dire a Maradona: “Non gioco più!”. E come dimenticare Zidane, capace di trasformare un pallone in un’opera d’arte, o Del Piero, che con un gol al volo contro il Borussia Dortmund nel ’95 fece esplodere lo stadio?

Questi campioni non erano solo giocatori: erano simboli di un calcio fatto di cuore e sacrificio, lontani dai riflettori social di oggi. Baggio, ad esempio, raccontava di allenarsi da solo sotto la pioggia per perfezionare i calci di punizione, mentre Buffon, dopo una parata decisiva, diceva semplicemente: “È il mio lavoro”. La loro grandezza sta anche in questo: nella semplicità con cui vivevano imprese straordinarie.
La Juventus deve molto a questi uomini, che hanno portato il club a vincere 36 scudetti, 2 Champions League e una marea di altri trofei. Ma oltre i numeri, c’è l’orgoglio di tifare per una squadra che, grazie a loro, è diventata leggenda. E tu, chi metteresti nella tua top 11? Ogni tifoso ha la sua formazione del cuore e questo è il bello del calcio: è un amore che non finisce mai.