A quasi ventiquattro ore di distanza dalla disfatta consumatasi all’Allianz Stadium, sono tanti gli interrogativi da porsi sulla Juventus. Tra le tante lacune mostrate dai bianconeri ieri sera, una in particolare balza all’occhio: l’incapacità di gestire l’imprevisto.
Una caratteristica messa sempre in risalto da Allegri, ma che pare non appartenere – almeno finora – all’undici allenato dal mister toscano.
La Juve si è dimostrata incapace di reagire agli sconvolgimenti prodotti da un match che definire altalenante è dire poco.
All’ostacolo rappresentato da un primo tempo ben giocato ma chiuso sullo 0-0, la Vecchia Signora ha risposto sfiduciata, iniziando a tergiversare e optando per una gestione timida della palla.
Troppo timida, soprattutto se l’avversario quasi rifiuta di giocare rintanandosi nella propria metà campo.
Un altro imprevisto è da rintracciare proprio nell’atteggiamento dei ragazzi allenati da Emery. Nessuno poteva aspettarsi una prima parte di secondo tempo giocata così dagli spagnoli, cultori del possesso palla e della difesa alta che per una sera hanno deciso di aspettare in attesa dell’ingresso in campo di forze fresche.
E qui, non ce ne voglia Allegri, forse chi siede in panchina doveva fare qualcosa in più.
Se l’unica soluzione rimasta, a fronte di quel canovaccio tattico, era il tiro da fuori area (come dimostrano le conclusioni di Rabiot prima e Cuadrado poi), un ingresso anticipato di Dybala e Bernardeschi avrebbe potuto – il condizionale è d’obbligo – imprimere una svolta.
Il gol subito, terzo imprevisto della partita, ha visto la reazione di una squadra non ancora pronta per competere a certi livelli.
Inammissibile sprecare così 15 minuti di partita che sarebbero potuti bastare per risolvere un rebus difficile ma non impossibile.
La Juve invece si è sgretolata, consegnandosi nelle mani di un avversario che non ha avuto pietà.
E così, oggi, la storia dice 0-3.
Parla di un Villarreal ai quarti di finale.
Racconta di una Juve a secco e di un imprevisto che ha fatto gol. Nella porta sbagliata.
Pierfrancesco Vecchiotti
