ESCLUSIVA SJ | Sandy Iannella: “Rosucci e Bonansea fondamentali in spogliatoio. Juventus-Sassuolo sarà combattuta”

Sandy Iannella trequartista dell’U.S. Città di Pontedera. Un passato vincente con nel palmares quattro Scudetti, due Coppa Italia e cinque Supercoppa Italiana. Ha vestito per dodici anni la maglia della Nazionale Italiana Femminile collezionando 39 presenze e due reti messe a segno.

Una lunga carriera in Serie A con le maglie di Torres, Mozzanica, Cuneo e Sassuolo. Un totale di oltre 200 presenze in Serie A e più di 100 reti messe a segno. Una giocatrice duttile: in carriera ha ricoperto molti ruoli sia come attaccante che come centrocampista.

Sandy Iannella si è raccontata in esclusiva alla nostra Miriana Cardinale.

Domenica il Sassuolo, tua ex squadra, affronterà la Juventus. Come sarà secondo te la partita?

“Sarà una partita combattuta a viso aperto. Si sa che la Juve è in vantaggio sul Milan di sei punti però le bianconere sono una corazzata, vogliono sempre vincere. Il Sassuolo dall’altra parte si gioca un posto in Champions League quindi giocherà sicuramente a viso aperto: le neroverdi ci tengono parecchio a fare bella figura, avendo anche perso l’andata avranno voglia di riscatto quindi scenderanno entrambe in campo con il coltello tra i denti.”

Gianpiero Piovani, che conosci bene ha vinto la panchina d’oro per la scorsa stagione. Ci racconti qualche curiosità sull’allenatore neroverde?

“Io e lui abbiamo grande stima reciproca. Ci sentiamo spesso ancora ora. Posso dire che è un allenatore che si allena con le ragazze e non vede l’ora di essere in competizione e di poter fare la partitella. Prima di ogni allenamento si gioca a calcio tennis e lui è il primo a voler giocare e a voler vincere. Infatti quando giocavo là in un paio di occasioni abbiamo discusso perché ogni punto valeva oro (ride ndr). É un allenatore che trasmette entusiasmo e passione. Io credo comunque che la competitività sia importante anche tra le compagne: tutte vogliono poi avere una maglia da titolari e quindi è giusto ci sia della sana competizione.”

Hai giocato anche in Nazionale per anni. Come vedi ora la Nazionale di Milena Bertolini anche in vista dei prossimi Europei?

“Aver raggiunto la qualificazione agli Europei io penso sia un grande passo per il proseguo del cammino della Nazionale visto il grande risultato al Mondiale. É un altro step e in questo periodo che porterà all’Europeo c’è tanto da lavorare perché le nuove generazioni stanno emergendo. La vecchia guardia è importante ma è giusto ci siano dei nuovi innesti. Milena Bertolini dovrà essere brava ma dovranno essere brave anche le giovani a farsi trovare pronte. Mi dispiace che la Nazionale sia scesa nel ranking, non si deve mai abbassare la guardia.”

Che differenze noti tra la Nazionale attuale e quelle del passato?

“Milena Bertolini quando è arrivata in Nazionale ha creato un gruppo coeso, ben amalgamato. Ha impresso un’identità alla squadra e ha portato i suoi risultati. Rispetto a prima secondo me c’è stato questo: il gruppo ad avere forza su tutto. Prendersi per mano e stringersi nei momenti difficili e riuscire a gioire tutte insieme. Io penso sia questo il segreto.”

Nella Torres hai giocato con una giovanissima Aurora Galli. Come vedi la crescita della numero 4 bianconera?

“Yaya è arrivata a Sassari con 15 anni e mezzo. Era giovanissima e arrivava dall’Inter. É molto umile e un po’ silenziosa però si è messa da subito a disposizione della squadra. Si vedeva da subito la voglia di imparare, comunque arrivare da giovane in una squadra così blasonata non è facile però lei è stata brava, si vedevano da subito le sue doti. Io ho sempre creduto in lei, ho tutte le sue maglie della Nazionale. Le ho sempre detto che la prima maglia della Nazionale sarebbe dovuta essere la mia e così è stato. É una ragazza umile, è cresciuta tantissimo e né la Juventus né la Nazionale possono fare a meno di lei. É solare, ha sempre un sorriso per tutti e ne sentiremo sicuramente parlare per molti anni ancora.”

Negli anni in Nazionale hai visto l’esordio di molte giocatrici che ora sono pilastri della Juventus Women. Tra tutte Martina Rosucci e Barbara Bonansea. Quanto due giocatrici come loro sono importanti all’interno di uno spogliatoio?

“Sono due ragazze completamente diverse ma sono entrambe carismatiche anche nei loro silenzi. Barbara è particolarmente silenziosa, introversa ma quando entra in campo si vede tutta la sua qualità da giocatrice. Ha fatto una crescita esponenziale: io la conosco da quando era al Torino e ci giocavo contro e ora è una delle migliori atlete al mondo e se lo merita. Martina ha sempre dimostrato di essere una leader in mezzo al campo, è molto brava a prendere per mano le più giovani e indicare loro la strada. Entrambe si sono meritate la maglia azzurra perché hanno fatto vedere che calciatrici sono. Martina mi chiama teppista (ride ndr) perché quando eravamo in Nazionale insieme io animavo sempre il gruppo e questo è rimasto. Sono due giocatrici che in uno spogliatoio alzano il livello e sono fondamentali.”

Hai preso parte alle qualificazioni per il Mondiale 2019 che è stato un punto chiave per l’esplosione del calcio femminile in Italia. Però cosa pensi manchi per ridurre il gap con le altre squadre europee?

“Tenendo conto che al Mondiale le migliori otto sono Europee diciamo che sarà un campionato super competitivo. L’Italia affronterà le migliori formazioni che in questo momento sono molto preparate a livello sia fisico che tattico. Se al Mondiale l’Italia si è preparata al massimo all’Europeo dovrà fare quel gradino in più perché sono veramente forti tutte. Si incontreranno molte squadre fisiche tipo l’Islanda e l’Italia dovrà essere brava a lavorare sotto quel punto di vista e trovare l’assetto migliore anche tatticamente. Magari con l’ingresso di qualche giovane che può dare un ancora più qualità. Tra le giovani prenderei Arianna Caruso che secondo me è una delle più pronte e l’ha dimostrato con la Juventus conquistandosi il posto da titolare e penso che anche in Champions League abbia fatto delle gare di grande livello. In Nazionale ha segnato anche il suo primo gol e ha dimostrato di essere pronta.
Anche Annamaria Serturini ha grande velocità, questi due innesti secondo me possono entrare a far parte della rosa. Alcune ovviamente sono più pronte rispetto ad altre ma ci sono molte giovani talentuose.”

Il Sassuolo ha una rosa molto giovane e stanno facendo un’ottima stagione. Secondo te quale giocatrice può mettere in difficoltà la Juventus?

“Penso che il segreto del Sassuolo sia la squadra: il gruppo. Piovani ha creato una squadra molto giovane che ogni anno innesta con elementi di spessore ed è riuscito ad amalgamarlo e renderlo compatto. Secondo me se il Sassuolo gioca unito e da squadra potrà mettere in difficoltà le bianconere. L’arma in più penso possa essere Haley Bugeja che purtroppo è stata infortunata negli ultimi mesi e penso possa dare qualcosa in più alla squadra.
Io l’avevo vista quando aveva 14 anni che faceva un provino da noi a fine maggio. Sono rimasta colpita da subito dalla sua potenza fisica e dalla sua forza. Sono poi riusciti a portarla a Sassuolo e hanno fatto un grande acquisto, sarà sicuramente dura trattenerla ma vedremo.”

La Serie B in questa stagione è più che mai combattuta sia in ottica salvezza che promozione. Quali sono state le squadre e le giocatrici più ostiche incontrate in questa stagione?

“Io sapevo che il livello era molto più alto rispetto agli anni passati perché alcune giocatrici di Serie A scendevano alla ricerca di maggiore spazio. In tempi non sospetti già pensavo che il Pomigliano avrebbe fatto bene. La Lazio ha una grande squadra ma con tante individualità. Secondo me non si sono amalgamate al meglio perché con la rosa che hanno a disposizione avrebbero potuto essere più in alto in classifica. Il Como ultimamente non ha avuto grandi risultati ma quando le abbiamo incontrate sono state tra quelle che mi sono piaciute di più: dal centrocampo in su sono molto fisiche e ben organizzate. Hanno buone trame di gioco e si vedeva che ci lavoravano molto in settimana e ci mettevano in difficoltà ma contro di loro abbiamo sempre fatto le nostre migliori partite. É un campionato strano ed equilibrato: tutte puntano alla Serie A perché alla fine il campionato femminile sta prendendo visibilità e tutti vogliono esserci.
Come giocatrici penso che Adriana Martin della Lazio sia da Serie A: è molto elegante, ha un piede ottimo, padronanza del campo, della palla e una visione di gioco fuori dal comune. Ci sono anche molte altre giocatrici giovani e di talento, io penso che tutti tengano sott’occhio il campionato di Serie B perché in prospettiva ci sono giocatrici importanti.”

Negli anni hai dovuto fare parecchi sacrifici per poter giocare a calcio? Ti va di raccontarcene qualcuno?

“I sacrifici sono il fattore principale per giocare a calcio insieme a passione e dedizione. Sono andata a Sassari appena maggiorenne e per quattordici anni ho vissuto lontano dalla mia famiglia. Questo già è stato un sacrificio. Le amicizie sei costretta a trascurarle. Devi riuscire a fare una vita sana e con delle regole se vuoi fare uno sport ad un certo livello sei spesso costretta a rinunce. Tutte le calciatrici hanno rinunciato a qualcosa e fatto sacrifici e le giovani li devono fare per raggiungere i propri obiettivi e sogni.
Mi ricordo le corse in stazione: prendere il taxi, poi correre per tutta la stazione perché altrimenti perdevo la coincidenza. Quel giorno per tornare a casa magari dovevo prendere tre treni e non potevo permettermi di perdere una coincidenza. Mi ricordo anche trasferte in cui cercavamo di risparmiare il più possibile per cui viaggiavamo per moltissime ore anche per arrivare in posti non eccessivamente distanti.”

Si ringrazia per cortesia e disponibilità Sandy Iannella e l’ufficio stampa dell’U.S. Città di Pontedera.

Miriana Cardinale

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