Bonansea: “Sono qui grazie alla mia famiglia, quando sei piccola non puoi combattere da sola”

Intervistata da JuventusTv la bianconera numero 11 Barbara Bonansea si racconta.

Inizia parlando della sua infanzia, dicendo che quando sei piccola non puoi combattere da sola, quindi lei ringrazia il papà che la portava al campo e la mamma che la accompagnava in spogliatoio. Inizia a giocare, quando, guardando il fratello l’allenatore le chiede di provare. Dopo un saggio di danza vuole iniziare a ballare, ma dopo tre mesi smette per dedicarsi completamente al calcio.

Ha giocato in ogni ruolo da piccola, dall’esterno alto al difensore, crescendo ha fatto l’esterno del 3-5-2 dove ha imparato meglio a difendere, ma ha preferito l’anno scorso dove giocava dietro le punte ed era più nel vivo del gioco. Inizialmente gioca da esterno perchè corre molto ed è veloce, poi ha affinato anche la sua tecnica.

A suo dire questa stagione sarà la migliore perchè dopo i mondiali molte persone si sono innamorate di loro e le seguiranno, inoltre tutte le squadre si sono rinforzate e anche le straniere di livello si interessano al calcio femminile italiano. Barbara dice anche “quest’anno sarà ancora più difficile riconfermarci, sarà un anno tosto ma molto divertente”.

Il ritiro in Valle D’Aosta è stato bello, naturale e genuino come due anni fa, abbiamo anche fatto rafting ma quest’anno è stato più bello perchè noi eravamo più famose, c’era sempre molta gente a vederci e non me lo aspettavo” dice Bonansea in merito al ritiro estivo di Aymavilles.

Sul suo infortunio dice di non aver sentito molto male ma di aver pianto principalmente per lo spavento, non si pone obiettivi sul ritorno ma cerca di viverlo con serenità, senza avere ansia, quest’infortunio forse la rilasserà vista la grande concentrazione servita nella stagione passata.

Barbara si dichiara contenta del supporto ricevuto dalle compagne, ad esempio Salvai le ha insegnato ad usare le stampelle mentre Rosucci la supporta sempre, in questi momenti avere qualcuno di fianco ti alleggerisce.

Parla poi della sua amicizia con Martina Rosucci, le due sono amiche da molti anni: entrambe hanno iniziato al Torino, poi Martina si è trasferita a Brescia e Barbara un anno dopo l’ha raggiunta, qui hanno vissuto insieme. Infine si sono trasferite insieme in bianconero, entrambe juventine, quando è nata l’under 14 della Juve loro le guardavano con invidia, quando poi è arrivata la chiamata della Juve Barbara si dichiara davvero molto contenta.

Il suo rito scaramantico è andare a vedere il campo, passando prima da una porta e poi dall’altra ascoltando “Five more hour”.

Per lei fare la calciatrice non è un lavoro, si sveglia contenta di andare a lavorare e non è frase semplice per un lavoratore, si ritiene davvero fortunata su questo.

Infine, racconta le emozioni del match allo Stadium, quando le è stato detto che era “sold out” è salita la tensione nonstante Barbara non sia tesa solitamente prima dei match. Dice di aver pianto per tutto l’inno della Juventus sul pullman e di non essere riuscita a godersela al meglio, per questo spera di poterlo ripetere.

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