Sarri: “La Juventus è il coronamento per la mia carriera. E’ una società molto forte”

Maurizio Sarri è arrivato a Torino ieri sera con un volo privato a Caselle, alle 11 c’è stata la presentazione in conferenza stampa.

PARATICI: “Avevamo le idee chiare fin da subito: il mese di attesa c’è stato perchè dovevamo rispettare tempi e formalità. Ora vincere conta com’è stato fatto fin’ora. Abbiamo preso questa decisione perchè eravano alla fine di un ciclo, lo abbiamo fatto per il bene di tutti. Il gioco non è stato centrale per la motivazione, abbiamo scelto il miglior allenatore in questo momento per allenare la Juventus. Pogba è del Manchester United. Rabiot? Ci sono molte squadre su di lui, faremo la nostra corsa e vedremo di allestire la rosa giusta per Maurizio (Sarri, ndr)”.

SARRI: “Tre anni fa ero a Napoli, ho dato tutto me stesso. Dopo gli anni a Napoli ho deciso di andare in Premier League, è stata una stagione bellissima. Nella mia carriera ho affrontato molte avventure difficili. La Juventus è il coronamento di una carriera lunghissima, dovevo portare rispetto per il mio percorso. Essere contattato dalla Juventus è stata una sensazione forte. Mai vista in 30 anni di carriera tanta determinazione in una dirigenza. Mi aspetto di alzarmi la mattina e studiare il modo di vincere le partite, rivincere è sempre molto più difficile che vincere. In Champions League la Juventus deve partire con la consapevolezza di voler vincere ma anche che ci sono altre 8/9 squadre di pari livello. Modulo? Bisogna avere le idee chiare: devo studiare le caratteristiche dei giocatori, parlare con loro e valuterò. Nella mia carriera ho usato più moduli, non solo il 4-3-3. Negli ultimi anni ho allenato molti giocatori forti, per Cristiano Ronaldo si va ad ad uno step ulteriore. Mi piacerebbe entrare in uno dei suoi molti record. Quando ho detto che avrei querelato il giornalista per l’accostamento è stato perchè aveva dato una notizia priva di fondamento. Per tre anni quando mi svegliavo la mattina pensavo solo a come battere la Juventus, non ci sono riuscito ma ci riproverei. Ho sbagliato dei modi (il gesto del dito medio, ndr), ma è stato intellettualmente giusto perchè potevo odiare i miei avversari sempre però rispetto. Questo club è molto unito, per me è molto importante: se ti senti circondato da persone che sono dalla tua parte è tutto più facile, mi piace molto. Arrivo con scetticismo come è stato dappertutto: è successo all’Empoli, al Napoli, al Chelsea e qui alla Juventus. Conosco solo un modo per levare lo scetticismo dalla gente, ovvero vincere e convincere. L’obiettivo di divertirsi non è antitetico a quello di vincere. Quando ho detto “Vado a prendere il potere” intendevo lo Scudetto, in quel momento rappresentavo un popolo che ama molto la squadra e che non vince da quasi trent’anni . Tuta? Non lo so, parlerò con la società. Non abbiamo parlato di questo aspetto, io preferirei non andare in divisa sociale. Sul terreno di gioco mi piacerebbe andare in tuta. L’importante è che a quest’età non mi mandino nudo. A proposito dei cori razzisti è ora di smetterla, è un complesso di inferiorità nei confronti degli altri campionati. E’ giusto anche fermare le partite, bisogna smetterla. Quando andrò al San Paolo se mi applaudiranno sarà una manifestazione d’amore, se mi fischieranno sarà una manifestazione d’amore. Io vorrò bene a loro come prima. Non so se andrò a trovare Cristiano Ronaldo nel fine settimana, voglio parlare anche con 3/4. Voglio iniziare a capire cosa pensano di se stessi determinati giocatori. I giocatori che possono cambiare la storia delle partite sono quelli offensivi, quando entri negli ultimi 30 metri di campo c’è chi può fare la differenza come Dybala e Douglas Costa. Bisogna partire dai più tecnici e talentuosi. Higuain è un ragazzo a cui voglio molto bene, dipende da lui. Ascolterò tantissimo la società cosa mi dirà su tutta la rosa. Mercato? Ora vediamo, non mi piace molto fare le richieste. Io posso dire a Fabio (Paratici, ndr) che tipo di caratteristiche mi servono, al resto ci pensa lui. Allegri lascia un’eredità pesante, è un allenatore che ha fatto un percorso straordinario. Era difficile da affrontare perchè pensavo ‘ma alla fine si perde sempre’. Non sono Ferguson, non posso incidere per ora anche sull’U23 e sul settore giovanile: ci vorrà molto tempo, non ho più l’età per seguire l’intero percorso del cambio di filosofia. Cos’è il sarrismo? Non lo so cos’è, ho letto sulla Treccani che è una filosofia di gioco e non solo. Ringrazierò per sempre Aurelio (De Laurentiis, ndr). Durante questo percorso ci potranno essere divergenze ma è normale, non ho sentito nè lui e nè Massimiliano Allegri. Con Gonzalo non ho parlato dopo la partita di Baku, dovevo farmi le mie idee sulla Juventus e sulla società. Può giocare con Ronaldo? Ha possibilità di giocare con tutti. Higuain ha vissuto male il post-Juventus, può succedere ed è per questo che ho detto che dipende tutto da lui. Non so cos’è lo stile Juve. Certe cose le ho dette sbagliate, altre cose sono state strumentalizzate male. La questione del dito medio è un errore da parte mia, nel post-partita però l’ho spiegata molto bene: quel gesto era riferito a 20 stupidi che non rappresentano tutta la tifoseria. Bernadeschi? Mi piace molto, è un giocatore tecnico. Gli manca la continuità, questo è il momento della sua carriera in cui deve giocare in un solo ruolo. Ciò che ho vissuto in Inghilterra mi ha fortificato. Devo capire quanto il mio calcio si può fare con il gruppo che ho a disposizione: mi piacerebbe che Pjanic toccasse 150 palloni a partita, ma è giusto che venga messo nelle giuste condizioni. Speriamo di continuare a vincere, divertendoci e divertendo“.

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