Marchisio, dall’addio alla standing ovation: tutte le storie meritano un finale

Alla Juventus le bandiere hanno sempre avuto la possibilità di salutare nel modo giusto la propria tifoseria, al quale spesso li ha uniti un rapporto viscerale d’amore e senso d’appartenenza. In tempi recenti impossibile non ricordare con emozione le ultime gare di Del Piero e Buffon, i loro giri di campo, gli applausi a loro tributati e le tantissime lacrime versate. C’è chi però, nonostante possa essere a pieno considerato una bandiera, non ha avuto tutto questo: Claudio Marchisio.

MARCHISIO, STORIA DI UNA LEGGENDA

Arrivato alla Juve a soli 7 anni, Claudio Marchisio ha vissuto 25 anni in bianconero. La maglia a strisce sul petto l’ha amata e onorata, ha sofferto e fatto sacrifici per lei, ma mai l’ha messa in discussione. L’amore che Marchisio ha provato per la Juve non si può spiegare a parole: lui, nato a Torino, fin da piccolino nelle giovanili della sua squadra del cuore, ha vissuto in simbiosi con il bianconero tutta la vita. Ci sono però cose che non vanno come vorremmo, e la storia di Claudio, quel centrocampista spesso messo da parte e sempre silenzioso, ce lo ricorda bene. Nonostante quel legame viscerale, negli ultimi anni Marchisio ha trovato sempre meno spazio in bianconero, complici anche alcuni infortuni di troppo.

L’ADDIO SILENZIOSO

Un vero uomo sa quando è il momento di dire basta e di andar via, così, in un caldo pomeriggio di agosto, il Principino ha deciso di mettere un punto a questa lunga storia d’amore. Nessuna conferenza stampa, nessun annuncio della dirigenza, ma solo un silenzioso post su Instagram a testimoniare il tutto: Marchisio avrebbe lasciato la Juventus, di comune accordo con la società. Una decisione come un fulmine a ciel sereno per i tifosi bianconeri, ma certamente ragionata e ponderata da uno come Marchisio, mai impulsivo, anzi, spesso riflessivo e pacato. Una decisione difficile, ma necessaria. Nessuna dichiarazione, nessun addio, nessun giro di campo: solo un distacco improvviso, doloroso per tutti, soprattutto per lui che per quella maglia ha sempre dato l’anima.

IL MERITATO FINALE

Sono passati 4 mesi da quel giorno d’agosto. Claudio ha iniziato una nuova esperienza: gioca in Russia, allo Zenit. Nonostante i colori bianconeri siano sempre nel suo cuore, come ha dichiarato e dimostrato più volte (ad esempio non perdendosi neanche una partita), la vita è andata avanti. Ma certe cose non possono essere lasciate in sospeso. Succede così che il 22 dicembre, pochi minuti prima dell’inizio di Juventus-Roma, in campo all’Allianz Stadium scende proprio lui. Marchisio entra in campo tra l’incredulità e gli applausi dei tifosi, e prende il microfono: “Sono qui per salutarvi tutti. Sono emozionato perché penso a quello che vi ho dato e quello che mi avete dato voi”. Poche parole, con la voce tremante: poi il giro di campo e i tanti applausi, quelli che non ha potuto ricevere ad agosto. Tra la lacrime sue e dei tifosi, finalmente Marchisio ha la sua standing ovation, il suo meritato finale: il Principino è tornato in quella che, ovunque sarà, potrà chiamare sempre “casa”.

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