Juve-Real, l’alba del giorno dopo: non date la colpa alla dirigenza!

Qualcuno potrà dire: perseverare è diabolico. Si, lo è. Ma quando ti ritrovi davanti dei mostri sacri come quel numero 7 blanco poco puoi fare. Ma quel poco lo dovresti sfruttare al meglio. Perseverare è diabolico per qualcuno, soprattutto rivedendo questo Juve-Real dieci mesi dopo Cardiff. Assenza di centrocampo, spina staccata alla rovesciata magica di Cr7, mancanza di sostituti all’altezza, squadra da rifondare, via la vecchia guarda, ecc…

Sono questi i commenti sparsi per i social nelle ore immediatamente successive alla débacle di ieri sera. Perchè di disfatta si tratta, è inutile girarsi attorno. Ma a mente fredda, siamo davvero sicuri che il match di ieri sera si sia trattato di una Cardiff 2.0?

Juve-Real, non date la colpa al mercato

No, non ci stiamo. La Torino di ieri sera non è stata una nuova Cardiff. Unpopular opinion: la Juve vista per gran parte del primo tempo e per 10 minuti della seconda frazione è stata una delle migliori della stagione. Un gioco non bellissimo, ma efficace. Un possesso palla che ha fatto arretrare il Real dopo il lampo iniziale di Ronaldo e che ha consentito alla Juve di avvicinarsi alla porta madridista, sbagliando però sempre gli ultimi passaggi.

La Juve dopo Cardiff si era lasciata con un obiettivo: migliorare il migliorabile, allungare la panchina di riserve all’altezza e dotarsi di nuovi innesti all’altezza delle big europee. Ci sono riusciti? In parte. La Juve di ieri non è stata la Juve di Cardiff, con uomini che hanno interpretato al massimo delle loro possibilita un match in salita già in partenza.

I bianconeri si sono dotati di uomini in grado di aumentare la concorrenza anche nelle riserve. Basti pensare ai Mandzukic, ai Marchisio, ai Rugani e ai Matuidi ieri in panchina. Poi possiamo stare qui a discutere sulle scelte tattiche di Allegri. Ma uomini come Douglas Costa ieri sera sono serviti come il pane, ma la fortuna si è girata dall’altra parte. Non date quindi la colpa al mercato, non scaricate la colpa ad una dirigenza secondo molti “incapace” di puntellare con innesti effettivi altri ruoli. Non dimenticate a chi anni fa la Juve è stata affidata, non dimenticate dove i bianconeri sono riusciti ad arrivare negli ultimi anni. E non dimenticate il significato della parole “ripartenza”, con la dirigenza che dovrà essere di nuovo al centro del villaggio.

Qualcosa manca

Sarebbe però ipocrita dire che qualcosa (e forse più un semplice qualcosa) manca. Manca la maturità necessaria ad affrontare certe sfide, manca il gap con potenze che però non saranno mai raggiungibili dal punto di vista economico, manca la consapevolezza dell’errore. Errori che ieri sera sono stati commessi, singoli episodi che probabilmente hanno segnato il match sin dall’inizio. Perchè se Barzagli avesse tenuto la marcatura su Cr7, se Chiellini non avesse tolto il pallone da Buffon 40 secondi prima della rovesciata già ampiamente citata, se Dybala avesse avuto l’accortezza di fare quell’intervento suicida, beh… probabilmente potremmo parlare di un altro risultato.

Innegabile il fatto che a centrocampo manchi ancora tanta fisicità e solidità, quella che il Real aveva in panchina (si, in panchina…) con un certo Isco. Qualcuno potrà essere stufo di continuare a rimpiangersi addosso per i continui errori fatti in Europa, ma bisognerà ripartire come sempre. Cosa aspettarsi dalla prossima sessione estiva? Una rifondazione? Una serie di addii anche eccellenti? Non siamo così catastrofisti, ma nemmeno noi abbiamo la sicurezza per rispondere a queste domande all’alba di inizio aprile. Non ci resta che affidarci alla solita e tanto criticata dirigenza. Quella che portò la Juve in un ciclo che rimarrà comunque nella storia del calcio.

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