Gli ex non feriscono sempre

Questa ultime partite sono state all’insegna degli ex, non c’è niente da fare. Giusto una settimana fa mi trovavo a scrivere un editoriale con un titolo simile, ma dal senso completamente diverso: “Gli ex feriscono sempre“. Quel giorno c’erano Szczesny, Pjanic e Benatia a voler male alla ex Roma. Oggi di ex ce n’erano quattro, tutti dalla parte del Verona: Caceres, Buchel, Romulo e Kean. Non per voler male a forza, ma il paragone è abbastanza impietoso.

Quattro ex, due molto attesi, due proprio per niente. Andiamo con ordine: Martin Caceres (a cui neanche a farlo apposta avevo dedicato un editoriale proprio oggi) e Moise Kean affrontavano per la prima volta la loro vecchia squadra. Il primo l’ha lasciata con l’amaro in bocca, sapendo che quella, con ogni probabilità, era l’ultima volta che poteva giocare in una grande squadra. L’ex Primavera invece non vede l’ora di poterci tornare in bianconero, magari con qualche chances di prendersi una maglia da titolare (un’impresa in questo momento). Di Romulo forse non importa a molti, ha giocato poco e non ha lasciato nessun segno. Ancora meno Marcel Buchel, che dopo l’annata in Primavera ha messo a referto solo 38 minuti in quella Europa League passata alla storia per quel girone interamente pareggiato (memorabili gli scontri con il Lech Poznan, 3-3 in casa e 1-1 sotto la neve polacca).

Ognuno di loro ha voglia di vincere e farsi valere: dopotutto il Verona non naviga in acque tranquille, e comunque, ex o non ex, quando c’è la Juve di mezzo si vuol fare bella figura. Anche se non è sempre facile. Lo sa bene Caceres, che conosce molti degli juventini scesi in campo: gioca da leone, si fa randellare ma non batte ciglio, conclude la sua gara con un infortunio. Ma in mezzo c’è un gran gol da fuori area; un tiro che entra dentro nonostante la scivolata. Esulta con una certa rabbia: “ecco cosa vi siete lasciati perdere”, sembra dire al mondo intero. Una bella partita la sua.

Non si può dire lo stesso degli altri: Kean viene sostituito quando il risultato è compromesso e non si può più rimediare. La sua gara ha vissuto di momenti in cui voleva superare i vecchi compagni con forza e velocità, finendo poi per perdere palla senza mai tirare in porta. Questo quando non si trovava a vagare in mezzo al campo senza riuscire ad aiutare i compagni. Insomma: non un buon biglietto da visita. Ma il ragazzo classe 2000 ha tanto tempo davanti a sé, inutile sentenziare dopo una partita del genere. Romulo, capitano della squadra (una fascia che non avrebbe mai indossato alla Juventus) ci mette impegno, ci prova. Ma i suoi avversari sono forse troppo per lui, che alla fine non riesce a combinare molto in zona offensiva. Il buon Buchel invece comincia parecchio male la partita, sembra quasi che non ci sia. Nel momento migliore del Verona prende coraggio poi, quando Dybala segna la doppietta, si spegne pure lui come gli altri.

Il gol di Caceres stava facendo già pensare ad una Juve in difficoltà, al tabù di Verona, al Napoli che scappa. Brividi durati pochi minuti grazie alle gioie regalate dalla Joya. Certe notti, neppure gli ex possono rovinarle.

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