Infortunio Pjaca: quanto pesa l’assenza del croato?

Infortunio Pjaca: doveva essere uno stop breve. Uno di quelli che avrebbe consentito a Massimiliano Allegri di recuperarlo dopo la sosta per le Nazionali. Non è stato così. L’infortunio del croato, infatti, è più grave del previsto: frattura del perone e lunga sosta ai box per l’attaccante della Juventus. Non una semplice infiammazione, come aveva diagnosticato lo staff medico dei bianconeri.

INFORTUNIO PJACA

Infortunio pjacaPjaca è arrivato questa estate dalla Dinamo Zagabria dopo aver regalato ai croati la qualificazione ai gironi di Champions League. Il croato si è trovato difronte al primo lungo e serio infortunio in maglia bianconera. La frattura della testa del perone non è roba da poco. Il recupero sarà lento e il rientro in squadra dovrà essere assolutamente graduale per evitare ricadute o eventuali complicanze.

Con l’emergenza attaccanti, visto anche l’infortunio di Dybala, Massimiliano Allegri è stato costretto a schierare la coppia HiguainMandžukić. Coppia poco complementare, visto anche lo stesso stile di gioco delle due punte. L’avere Pjaca disponibile, quindi, avrebbe consentito al tecnico dei bianconeri di sostituire degnamente la Joya.

DRIBBLING E IMPREVEDIBILITÀ

Perché con l’infortunio di Pjaca, Allegri è stato costretto a varare più moduli e, a volte, schierare Cuadrado fuori posizione che comunque ha portato ottimi risultati. Pjaca può agire perfettamente da seconda punta, giocare tra le linee e dare quel pizzico di imprevedibilità alla squadra. Sa saltare l’avversario con estrema naturalezza e facilità, cosa che alla Juve adesso manca, eccetto quando l’esterno colombiano è in forma smagliante.

Dopo lo scontro tra i medici della Nazionale croata e lo staff medico della Juventus, le acque in casa bianconera sembrano essersi calmate. Pjaca rientrerà in campo nel 2017 sperando che Allegri recuperi in fretta anche l’attaccante argentino Dybala. Alla Juventus mancano proprio le giocate della Joya e del gioiellino croato. Nel frattempo, si spera di rivederli presto in campo. Magari insieme.

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