SJ Rewind, il 2015 bianconero: la realtà Scudetto e il sogno Champions

Un anno nel segno della vittoria, come nel classico stile Juve. Questo è stato il 2015 bianconero: il quarto Scudetto di fila, la decima Coppa Italia, una Supercoppa e una finale di Champions League raggiunta dopo anni di assenza, ma anche una rivoluzione, un inizio di campionato difficile e la rinascita, ancora in atto. SpazioJ ripercorre i dodici mesi della Signora: dopo la vittoria contro il Monaco, la testa di tutti è alla semifinale contro il Real Madrid. Il sogno è a un passo, ma non bisogna perdere di vista nessun obiettivo.

SGARBO AI CUGINI? – C’è ancora uno Scudetto da conquistare, anche se ormai in tanti lo danno per scontato. Il primo possibile match ball è il derby della Mole, in casa dei cugini: per la Juve, sarebbe fantastico festeggiare all’Olimpico. Il Toro, inoltre, non vince una stracittadina da vent’anni e, quindi, l’occasione sembra davvero ghiotta: servirà vincere e sperare che il Chievo batta la Lazio.

CI PENSA PIRLO, MA… – Il clima non è dei migliori: nel pre-partita, dei sassi hanno raggiunto il pullman e della Juve e, allo stadio, un’esplosione ha ferito degli spettatori. In campo, però, i bianconeri sembrano iniziare da dove avevano lasciato: Pirlo, eroe dell’andata, prima serve a Matri un assist al bacio, sprecato malamente, e poi sale in cattedra: con una punizione delle sue, che si infila proprio sotto l’incrocio, fa tornare gli incubi ai cugini.

IL TORO È ANCORA VIVO – Ma la reazione d’orgoglio dei padroni di casa non tarda ad arrivare: sul finire del primo tempo, Quagliarella sorprende Bonucci, serve Darmian, che controlla male, ma riesce comunque a concludere a rete, complice anche la passività della difesa avversaria.

FESTA RIMANDATA… – Nella ripresa, dopo un palo colpito da Pirlo, di nuovo su punizione, l’ex Quagliarella sveste i panni di assist-man e, a pochi metri dalla porta, anticipa Ogbonna e raccoglie l’invito di Darmian, che ricambia il favore. È due a uno. Il risultato non cambierà, anche per colpa della sfortuna: Matri prende due legni e Padelli fa il resto. I granata possono festeggiare uno storico successo, che rimanda la festa Scudetto della Juve.

A GENOVA – Non di molto, a dire il vero. Il due maggio, a tre giorni dalla sfida al Real, c’è la Sampdoria: niente turnover massiccio, riposano solo Chiellini, Pirlo e Morata. I ritmi, come era logico aspettarsi, non sono frenetici: la prima mezz’ora scorre via senza particolari emozioni, ma poi ci pensa Vidal ad accendere gli animi. Cross di Lichtsteiner, il cileno batte Viviano di testa – non proprio il marchio di fabbrica. Il secondo tempo, fatta eccezione per una conclusione pericolosa di Bergessio, non regala sussulti: al triplice fischio, la Juve può festeggiare il quarto tricolore di fila. Ma non troppo, c’è una semifinale di Champions di lì a poco.

A 180 MINUTI DAL SOGNO – Si contano i minuti, nell’aria c’è quella tensione che chiunque vorrebbe provare. La finale di Champions League è distante 180 minuti: è un sogno? Forse, sì. Per non svegliarsi, servirà superare il Real Madrid: una corazzata, ma c’è fiducia. Si può fare.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

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