Roberto Pereyra torna a parlare della Juventus. Oggi all’AEK Atene, il centrocampista argentino ha voluto ricordare con emozione agli anni trascorsi in bianconero, un periodo che considera fondamentale per la sua crescita e che ancora oggi porta dentro come una delle esperienze più belle della sua vita.
Dal primo impatto con lo spogliatoio fatto di campioni fino alle difficoltà e alle vittorie, el “Tucu” si è raccontato riaprendo un capitolo che i tifosi juventini ricordano con grande nostalgia.
Juventus, Pereyra ricorda emozionato il suo passato: “Nella mia Juve c’erano dei mostri”
Roberto Pereyra ha voluto ripercorrere gli anni vissuti con indosso la maglia della Juventus. Intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, l’argentino si è raccontato in una lunghissima intervista. In primis, ha ricordato lo stupore e l’incredulità provati nel momento in cui è stato contattato dalla Vecchia Signora:
Quando ho saputo dell’interesse della Juventus ho detto: ‘Che vado a fare? Al massimo il magazziniere’. In quella Juventus c’erano dei mostri: Pirlo, Pogba, Marchisio, Vidal. Sapevo di partire indietro
Un impatto difficile, mitigato però dall’appoggio di Massimiliano Allegri, con cui creò un rapporto speciale:
Per il mister ero il primo cambio, ma ho giocato molto anche da titolare. Rideva, scherzava, entrava con l’asciugamano sulle spalle e mi diceva: ‘Dai Tucu, andiamo in sauna’
Ma la disciplina era ferrea:
Una volta non ho fatto l’attivazione prima dell’allenamento. Allegri mi disse: ‘Così non va bene eh, la prossima volta te ne vai’
Roberto Pereyra seduto, con la maglia della Juventus 2015, sul campo di allenamento
Pereyra racconta il ricordo della finale di Champions e rivela il suo più grande rimpianto: “Non dovevo andarmene via”
Tra i momenti più intensi dell’esperienza juventina di Roberto Pereyra, c’è sicuramente la finale di Champions League del 2015 contro il Barcellona:
Spiegare cosa si prova in quei momenti è difficile. Avevi tutti attorno: flash, tv, gente. Ma lì non ci fai caso: vuoi solo giocare. Per tutta la settimana si è parlato solo di quello
Nello spogliatoio, tuttavia, regnava la tranquillità:
Buffon, Bonucci, Barzagli, Chiellini erano sereni. Lo percepivi, sempre. Ma in allenamento andavano tutti fortissimo. Alla Juventus era come giocare una partita ogni giorno. Il livello era altissimo. Arrivavi alla domenica sapendo già che avresti vinto.