Il cielo su Torino è grigio, probabilmente perché in casa Juve è arrivato il tempo dei saluti. Dopo 12 anni di lavoro in Bianconero, la storia di un grande amore è giunta al capolinea.
Alla Juventus è in atto una vera e propria rivoluzione. Dopo quanto accaduto per la panchina dopo la conquista della Coppa Italia, e accanto a tutti i rumor di mercato che vedono già diversi profili accostati alla Vecchia Signora, c’è chi dopo anni di onorata carriera dirà addio definitivamente alla Continassa.
Se c’è stato un imperativo categorico nella gestione dei Bianconeri negli ultimi 12 anni, questo è stato puntare tutto sul settore giovanile e sul vivaio interno. E così la Juve è riuscita a far esordire in prima squadra diversi giocatori provenienti dalla Next Gen (in principio Under 23), alcuni dei quali hanno conquistato in breve tempo la fiducia del mister e, così, un posto anche fra i titolari.
Fra gli artefici del lavoro straordinario che si cela dietro il mondo delle giovanili bianconere vi è soprattutto un uomo che, dopo 12 anni di carriera. ha deciso di mettere un punto alla sua storia di un grande amore con la società torinese.
Juve, è tempo dei titoli di coda
Fra gli uomini che hanno collaborato a rendere di nuovo grande la Juventus c’è stato, senza dubbio, Gigi Milani. In qualità di responsabile di base della squadra bianconera, ha aiutato a lastricare la strada per alcuni fra i progetti più importanti per la società. Uno su tutti l’Academy Juventus, con cui ha contribuito a portare in prima squadra giocatori quali Fabio Miretti, Moise Kean, Hans Nicolussi-Caviglia e Nicolò Fagioli, scoperto ai tempi della Cremonese a soli 14 anni.
Ben 12 anni di lavoro incessante e che lo hanno portato, di comune accordo con la società bianconera, a non rinnovare il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. A prendere il suo posto è chiamato adesso Michele Sbravati, il braccio destro di Cristiano Giuntoli. Per lui, il compito di definire il nuovo assetto del settore giovanile e della scuola calcio.
Non sarà di certo facile prendersi carico di tutto lo straordinario lavoro che Milani è riuscito a realizzare alla Juventus. Perché proprio lui, più di tutti, ha dato impulso e concretezza al settore di punta e di maggior prospetto della Vecchia Signora. D’altronde le sue potenzialità erano state già ben chiare negli anni precedenti, vissuti fra Asti, Cuneo, Aosta e, infine, Torino.