Gigi Maifredi, ex allenatore del Brescia, lancia un giudizio lapidario sulla Juventus di Massimiliano Allegri.
Gigi Maifredi, intervistato da TvPlay, si lascia andare a un duro attacco contro la Juventus e il suo allenatore Massimiliano Allegri. Il giudizio dell’ex allenatore del Brescia sullo stile di gioco dei bianconeri è a dir poco negativo: la Juventus vince ma senza convincere.
Queste le sue parole sulla Juventus: “Si sta comportando bene, ma come una provinciale. Dopo anni i tifosi della non vedono più una squadra dominare, però vincere forse li soddisfa… Ma il timbro della Juve deve essere diverso, perché non puoi giocare con difesa e ripartenza. Quando si vince tutte le cose si cancellano. Tuttavia ribadisco: se vai a mangiare a palazzo, non puoi andare con un vestito scialbo. Quando sei alla Juve non sei in periferia”.
Vittorie sì, ma i bianconeri non dominano. Secondo Gigi Maifredi, ormai i tifosi bianconeri sono abituati a portare a casa i tre punti, ma sono anni che la squadra non domina più. A detta dell’ex allenatore, dunque, la Juventus assume ormai un atteggiamento da provinciale.
“Un problema per il calcio italiano”
Critiche aspre quelle di Maifredi verso lo stile di gioco bianconero e verso il “corto muso” allegriano. L’ex allenatore condanna l’atteggiamento assunto dalla Juventus in campo: le vittorie non giustificano il modus operandi, a suo parere, errato.
La Juventus si accontenta di vittorie senza dominare le partite, si accontenta dell’1-0, di difesa e ripartenza. Nonostante ciò, però, la tattica di Massimiliano Allegri sembra funzionare e la Juventus conquista punti importanti a suon di 1-0 persino contro avversarie non di poco conto come il Napoli, lo scorso 8 dicembre, ma anche contro il Milan lo scorso 22 ottobre e la Fiorentina il 5 novembre.
Maifredi però non si lascia convincere dai risultati, che vedono la Juventus seconda in classifica con ben 36 punti, a -2 dall’Inter di Simone Inzaghi. Nonostante la classifica sia a favore dei bianconeri, Maifredi attacca Allegri e non risparmia neanche Mourinho:
“Non so perché sia stato preso dalla Roma. È scarso come allenatore, ma il numero uno come comunicatore perché è riuscito a far dare importanza alla vittoria della Conference League, una coppa che vincono quelli che arrivano settimi, ottavi e noni in campionato. Mourinho è un problema per il calcio italiano al pari di Allegri fin quando noi guarderemo solo le cose esteriori e non andremo a fondo. Esaltare il concetto di ‘corto-muso’ non fa bene al movimento”.