Un anno e poco più. Tanto è durato il calvario di Federico Chiesa. Tanto lungo è stato l’intervallo di tempo intercorso tra l’ultimo gol segnato prima dell’infortunio e quello di ieri sera.

Il ritorno di Chiesa: come se non ci fossimo mai lasciati
La rete contro il Monza, che oltretutto è valsa una qualificazione, ha un sapore speciale.
Quello scatto assume valore se si pensa che il tutore e le stampelle sono state protagoniste indiscusse del suo 2022.
La forza esibita nel resistere all’avversario ci fa sorridere – di un sorriso al sapor di stupore – se pensiamo a quanto ha sofferto in palestra nelle settimane prima del ritorno in campo.
E poi quel tiro, così perfetto da sembrare quasi il giusto premio per chi ha speso una vita dietro alla sfera che rotola e tutto d’un tratto ha dovuto farne a meno. Anche se solo per una decina di mesi: non proprio pochi, in realtà, per chi si nutre dell’odore dell’erba e del suono di un pallone.
Il gol di Federico Chiesa – diciamocela tutta – è un premio anche per gli amanti del calcio, che non meritavano di perdere un calciatore così.
Nel frattempo la Juve gongola, Mancini anche. I cultori del pallone possono tornare ad esercitare il loro credo. La Chiesa pare davvero essere tornata al centro del villaggio.
PIERFRANCESCO VECCHIOTTI