Il mondo del calcio ha perso un uomo esemplare e un campione senza tempo, la Juve ha perso l’ultimo capitano a vincere in Europa. La scomparsa di Gianluca Vialli ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di ogni appassionato di calcio.
In seguito ad un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Pietro Vierchowod, ex compagno di Vialli per otto anni, tra Juve e Sampdoria, uno stopper difensivo vecchio stampo, in grado di fermare gli avversari più insidiosi, ci ha tenuto a ricordare le sue esperienze dentro e fuori dal campo con un campione come Vialli:
“Gianluca è sempre stato una persona affabile, con cui era veramente difficile non andare d’accordo. Da capitano e leader dello spogliatoio, aveva la straordinaria capacità di mediare tra le diverse anime della squadra e di tirare sempre fuori il meglio dai compagni. In campo e fuori”.
Vierchwood su Vialli: “Fu lui a spingere la Juventus ad acquistarmi nel 1995”
Pietro Vierchwood fu protagonista della Champions League vinta dalla Juventus, nel 1995, fu acquistato dalla Juve durante la sessione di mercato estiva, nonostante l’età avanzata (36 anni), contribuì con ottime prestazioni alla conquista del tanto agognato trofeo europeo, disputando da titolare la finalissima.
Di seguito il ricordo dell’esperienza in maglia bianconera, e un aneddoto su Vialli:
“Anche se Gianluca non me lo ha mai detto chiaramente, io sono convinto che fu lui a spingere la Juventus ad acquistarmi nel 1995, o almeno a metterci una buona parola con gli Agnelli. E la cosa, ovviamente, mi fa e mi fece anche allora un immenso piacere: fu un attestato di stima non solo da un compagno, ma da un grande attaccante e mi diede la possibilità di diventare campione d’Europa”.
L’ultimo incontro con Gianluca? “Non tanto tempo fa, alla presentazione di “La bella stagione”, il docu-film sulla nostra Sampdoria di Marco Ponti, uscito proprio nel 2022. Era il solito Gianluca che avevo conosciuto tanti anni fa e con cui ogni tanto mi sentivo ancora, un uomo con cui avevi il piacere di condividere il tempo facendo cose semplici. Mi mancherà, ci mancherà”.
Giuseppe Esposito
