Il mondo del calcio piange la scomparsa di Gianluca Vialli. L’ex bomber della Juventus aveva 58 anni e combatteva da 5 anni con un tumore al pancreas. A darne conferma sono i molteplici organi di stampa che battono la notizia della sua scomparsa.
L’ex Samp e Juve aveva lasciato l’incarico con la Nazionale italiana appena poche settimane fa: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”.
“L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”.
Addio Vialli, la Juventus saluta il suo ex attaccante
Tempestivo il ricordo della Juventus sui social, pubblicando un post che ritrae Vialli con l’ultima Champions League tra le mani. “Ciao Gianluca”, il semplice ma comunque significativo messaggio di addio del club bianconero per uno dei calciatori che ha scritto la propria storia.
La Juve dice addio a Vialli: lo straziante comunicato del club bianconero
Dopo i post apparsi poc’anzi, è arrivata anche la straziante lettera d’addio della Juventus verso il suo storico capitano. Un tributo particolare e strappalacrime, con la quale il club bianconero ha ricordato un’ultima volta colui che portava al braccio la fascia in quella storica finale di Champions del ’96, l’ultima vincente della storia juventina.
“Che tristezza infinita, Gianluca.
Oggi, 6 gennaio 2023, arriva la notizia che speravamo di non ricevere mai. Ci lascia un campione, anzi, una leggenda, un grande uomo, un pezzo di noi e della nostra storia.
Siamo stati con te da sempre, Gianluca: da quando arrivasti nel 1992 e fu amore a prima vista. Eri uno dei primi tasselli di una Juve che sarebbe tornata, proprio con te, in cima all’Europa. Di te abbiamo amato tutto, ma proprio tutto: il tuo sorriso, il tuo essere contemporaneamente campione e leader, in campo e in spogliatoio, il tuo essere adorabilmente guascone, la tua cultura, la tua classe, che dimostrasti fino all’ultimo giorno in bianconero.
I nostri momenti più belli di quegli anni portano inevitabilmente a qualcosa che ti racconta: quell’esultanza, alla rimonta completata contro la Fiorentina nel 1994, quando tutto lo stadio era avvolto da un boato e tu no, prendesti la palla e dicesti “andiamola a vincere”. E sappiamo come andò a finire.
Quella Coppa, che alzasti al cielo in una notte tiepida di Roma, intervallando con quell’attimo infinito un pianto dirotto che iniziò al momento del rigore decisivo. E quel pianto era il nostro: dolcissimo, inarrestabile.“