Non sarà stato facile per Nicolò. A parole, da sempre, una stella. Nei fatti, fino ad una settimana fa, costantemente relegato al ruolo di comprimario.
Sorpassato anche da Miretti, due anni più giovane di lui.

Coccolato come un predestinato ma mai ritenuto una certezza sulla quale poter fare affidamento. Destinato ormai, secondo molti, a rimpolpare quell’immenso nucleo di “what if” del pallone.
Che poi, se ci pensiamo, la differenza che divide Fagioli da un destino opposto a quello che si sta compiendo, sta tutta in una parola: resilienza.
Quella stessa parola che il gioiello bianconero, soltanto due settimane fa, poneva a corredo di una foto che lo ritrae durante uno dei tanti allenamenti.
Nicolò non ha mollato, Nicolò ha saputo resistere, Nicolò ha continuato a credere nella favola che chi semina prima o poi raccoglie.
Ieri sera il frutto più bello di una carriera che aspetta soltanto di arrivare a vivere la sua stagione migliore.
La primavera di Nick, ne siamo certi, produrrà una macedonia capace di appagare anche il palato della Signora più raffinata d’Italia. La Juventus.
PIERFRANCESCO VECCHIOTTI