Caos Juve, le colpe di Allegri e della società

Una Juve così brutta non la si vedeva dai tempi di Delneri nel 2011 dove i giocatori di qualità scarseggiavano e si collezionavano solamente brutte figure e tanti settimi posti.

Sono passati più di 10 anni e la situazione sembra essere addirittura peggiorata. A regnare, sia in società che in campo, è il caos più totale. Dalle parole di Arrivabene nei pre-gara passando per le dichiarazioni-alibi di Allegri che prima dice questo: “Dobbiamo solo stare zitti e lavorare” e poi poche ore dopo si fa intervistare più di una volta cercando in tutti i modi di giustificarsi.

La parte lesa sono senza dubbio i tifosi, l’anima di questo sport e di questo gioco che, ormai, non si sentono più rappresentati da questa guida tecnica e da questa società.

Stiamo assistendo alla disaffezione più totale dei supporters bianconeri, culminata, forse, nello stadio semivuoto durante il match di Champions League contro il Benfica.

Juventus Allegri Arrivabene Nedved Cherubini

L’esempio più lampante di come il tecnico livornese sta andando completamente nel pallone è la situazione Vlahovic. Un giocatore che, solo un anno fa, era voluto da tutta Europa, secondo forse solo a Haaland per età e forza, ora sembra l’ombra di sè stesso.

Il non gioco di Allegri lo sta consumando: in partita tocca 2/3 palloni e durante l’arco dei 90 minuti lo notiamo più per le continue lamentele verso i compagni che per altro.

La situazione è già imbarazzante di per sè, ma la società sembra avere i paraocchi. Arrivabene definisce una follia cacciare Allegri ora, per i milioni di tifosi bianconeri è follia, invece, il contrario.

Insomma, a regnare nell’ambiente Juve è la confusione più totale, per una situazione che nell’era Andrea Agnelli non si era mai verificata. Il mercato fatto ad immagine e somiglianza dell’ex tecnico del Milan non sta affatto pagando, l’assenza di un progetto vero e duraturo è la cosa più preoccupante che getta ancor più ombre nella Continassa.

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