Il futuro ha un nome: Fabio Miretti

Se avete visto anche solo uno spezzone qualunque di una delle prime gare stagionali della Juventus, avrete sicuramente notato un ragazzino con la maglia numero 20 fare cose che nel centrocampo bianconero non si vedevano da un po’ di tempo.

Il fatto quasi assurdo è che gioca in maniera tanto semplice quanto perfetta, perché nonostante sia solo un classe 2003 abbiamo capito che è difficile che sbagli. E, se già nelle partite precedenti aveva dato prova di essere pronto per giocare titolare a questo livello, la gara di ieri lo ha confermato. Come se ce ne fosse bisogno.

La prestazione sontuosa messa in campo contro lo Spezia, con tanto di assist per il gol del 2-0 di Arek Milik, è dunque solo l’ultima di un filotto molto più che positivo. E ripeto, classe ‘03. 

Il fatto che debba ripeterlo, però, ci dice tante cose. Anzi, ormai sono sempre le solite: i giovani non giocano e se qualcuno viene lanciato fa molta più notizia di quanto dovrebbe farne. Questo trend dovrebbe cambiare.

Fabio Miretti Juventus

Che poi, ieri ha segnato Baldanzi, altro 2003 dell’Empoli. La differenza, però, tra la squadra toscana e la Juventus è sostanziale. E allora ecco che Miretti, oltre ad essere diventato il faro del centrocampo bianconero, può essere la luce che illumina la strada da percorrere qui in Italia per quanto riguarda la questione giovani.

Anche le big devono puntare sul loro vivaio, sui giovani italiani cresciuti qui. Non tutti saranno come Fabio Miretti, questo è certo. Il giovane bianconero solo un paio di anni fa era in grado (da centrocampista) di mettere a segno 16 gol in 17 presenze nel campionato Primavera.

Il fatto, però, è che bisogna davvero iniziare a crederci e Miretti, oltre a rendere meno amaro e quasi dolce l’infortunio di Paul Pogba, può essere davvero una guida per tutto il movimento italiano.

Leonardo Costigliola

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