Tanti auguri Gigi: ecco perché siamo noi a doverti ringraziare

Da bambini, si sa, non sono in molti a voler stare in porta mentre gli altri si divertono in mezzo al campo a rincorrere il pallone.

Nonostante questo, qualunque ragazzo della mia generazione, almeno una volta durante la sua infanzia, si è lanciato sul terreno di un campo polveroso per acciuffare un pallone esclamando con soddisfazione “Buffon” per identificarsi con lui.

Tutti noi avremmo voluto essere Gigi Buffon, ispirarsi a lui rendeva il ruolo di portiere decisamente più divertente. È un dato di fatto che molti portieri professionisti di oggi lo siano diventati così, da quel “Buffon” urlato per dare sicurezza ai compagni di squadra.

Gianluigi Buffon compie oggi 42 anni: ne aveva appena 23 quando arrivò alla Juventus ma dopo tutto questo tempo è ancora lì a difendere la porta bianconera. In questi anni ha vinto tanto, tantissimo: un mondiale, 9 campionati di Serie A e molto altro, eppure il primo ricordo che ho di un campione come Buffon, di un vincente come lui, è legato ad un momento triste.

Avevo 6 anni, lui 25, e se non avessi visto il portiere più forte di sempre piangere dopo aver perso una partita così importante come la finale di Champions League ’03 forse non mi sarei affezionato così tanto ai colori bianconeri. Forse non avrei nemmeno mai capito davvero cos’è una sconfitta, che valore ha, come la si affronta.

Me lo ha insegnato Gigi, quando lo vidi tornare in campo a difendere la propria porta più forte di prima nonostante la delusione di quella serata.

Per questo Gigi Buffon non è soltanto un portiere, nonostante sia il migliore di sempre. Per tutti gli juventini, ma anche per tutti i bambini che sono cresciuti sognando di essere lui, Buffon è un simbolo del calcio e dello sport, un modello sportivo e personale a cui ispirarsi costantemente.

Tanti auguri di buon compleanno Gigi, ma non ringraziarci. Siamo noi a dover ringraziare te.

Duilio Rega

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