Behind the mask: Paulo Dybala si racconta

Di Paulo Dybala si è parlato e si parla tanto, delle sue qualità calcistiche quanto di come sia entrato nel cuore dei tifosi bianconeri. Ma chi è Paulo dietro la maschera con la quale festeggia i suoi gol? Lo racconta nel corso di un video-documentario a lui dedicato. Infatti, Adidas, sponsor della Juve e del numero 10 bianconero, ha realizzato “Behind The Mask“, un ​minidocumentario di 11 minuti per scoprire la ‘vita del gladiatore’, in occasione del lancio delle nuove Copa.

COSA HA RACCONTATO

La Dybala mask?

Il gesto della ‘maschera’ va al di là dell’esultanza per un gol, è piuttosto un messaggio: per combattere i gladiatori indossano la maschera. L’idea mi è nata dopo la Supercoppa persa a Doha contro il Milan, quando sbagliai un rigore. È lì che mi è venuta voglia di rialzarmi e combattere ancora di più”.

Il gol più bello con la Juve?

Quello all’ultimo minuto contro la Lazio, lo scorso anno. Sono stato bravo a superare un difensore e poi potevo prendere il rigore, invece ho resistito alla pressione di un altro giocatore provando la giocata. E dopo il gol ho la sensazione è stata incredibile“.

I miei inizi alla Juve?

Sono arrivato qui quattro anni fa quando avevo 21 anni e ho iniziato a giocare con la maglia numero 21 che nella storia della Juventus è molto importante. Il numero 10? È stata la società a chiedermi di prenderlo,non è stata una decisione facile, perché sapevo che le critiche sarebbero state più dure. Dopo averci pensato bene però alla fine ho accettato la sfida: questo è un grande club e sento di essere molto fortunato per il fatto di essere qui“.

Relax?

È essenziale concentrarsi su quello che deve arrivare. Nei giorni dopo la partita è importante il relax, poi allenarsi bene e alimentarsi correttamente in vista degli appuntamenti successivi. La gente mi ha trattato sempre bene e ho molti fan. I tifosi della Juventus mi vogliono bene ma anche quelli di altre squadre sono gentili con me. E una cosa incredibile e io cerco di non deluderli. Sono una persona tranquilla che non si approfitta della notorietà ma se la gode“.

Sconfitta con lo United?

Un ko molto doloroso perché arrivato dopo aver dominato la gara, ma che insegna come in Champions League, contro squadre con la storia dei Red Devils e giocatori come Mata che ci ha punito su un calcio da fermo, non si possono avere cali di concentrazione, perchè ogni dettaglio può essere decisivo“.

La prima tripletta in Champions?

Portarsi a casa il pallone autografato dai compagni dopo una tripletta è una cosa speciale, perché è una competizione che guardavo fin da piccolo e poi perché è proprio un bel pallone. Ora è il momento di fare un passo in avanti e, perché no, vincere la Champions League…“.

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