No, non eravamo più abituati al fuoriclasse assoluto

Le stigmate del fuoriclasse non le scopriamo di certo oggi. Dalle parti di Torino, però, era tanto, troppo tempo che non aleggiava un’aura di ‘fuoriclassismo‘, cioè la percezione di avere un calciatore fuori dal comune e di poterlo ammirare settimana dopo settimana. Circa due mesi fa Cristiano Ronaldo veniva presentato alla Juventus, ma no, ancora si fatica ad essere abituati alle sue giocate e al suo calcio, diverso di almeno un paio di livelli da quello dei “normali”.

Ed ecco che ci si stupisce nella visione della prestazione del fuoriclasse lusitano contro il Napoli. Si sa, i grandi calciatori annusano, sentono l’odore delle partite importanti. Certe volte sentono anche la necessità di essere presenti. E dopo i primi 20′ in cui la Juventus, in tutta franchezza, ci aveva capito ben poco, si è accesa la luce di Cristiano Ronaldo. Il suo tocco di palla è riconoscibile anche a chi non segue il calcio: è diverso, felpato, di classe. Ed è da una suo lampo che nasce il gol del pareggio bianconero, che accende tutto quello che c’è da accendere. La Juventus, lo stadio, la partita. Da lì, i bianconeri sono altra cosa.

E il peso di questa squadra viene sorretto sulle spalle dal fuoriclasse portoghese. Quando gli altri non tentano la giocata, lui prende la palla e inventa di sana pianta qualcosa. I difensori del Napoli, semplicemente, non lo tengono. È una novità? No, ma come detto in precedenza, quella sensazione di avere un calciatore onnipotente in mezzo al campo a Torino mancava da parecchio. 

Alla fine, sotto la voce dei gol segnati, c’è un semplice zero. Ma la partita ha detto altro: 2 assist, un palo – sul cui rimbalzo Mandzukic ha messo a segno la rete del 2-1 – e quella voglia di vincere che contraddistingue Ronaldo e la Juventus, assieme, come sempre. Un fuoriclasse a Torino, ora possiamo dirlo, perché ne siamo consapevoli. E soprattutto, bisogna abituarcisi.

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