Neanche un mese di preparazione

Sai, quando sei reduce da un mondiale, le energie a inizio campionato sono sempre un po’ contate. Devi riposarti meno del solito, devi smaltire tutte le fatiche in poco tempo, dopodiché devi entrare in forma in meno tempo del solito. Il perché è molto semplice: mentre tutti i tuoi compagni, che non hanno avuto la fortuna di giocarsi una finale dei mondiali, corrono e si allenano da diverse settimane, tu devi correre il triplo per stare al loro passo. Rischi di avere il fiatone, certo, rischi di arrivare a fine primo tempo con la lingua che tocca terra. Problemi che, a quanto pare, se ti chiami Blaise Matuidi o Mario Mandzukic, non ti toccano.

Il centrocampista francese in particolare ha ben impressionato: alla sua prima vera uscita, si gioca gli interi 90 minuti di gioco con una corsa e una quantità da far invidia. Pensare che Blaise ha 31 anni, quindi parecchia gente, magari abituata più alle logiche dei videogiochi che non a quelle della realtà, direbbe che lui è vecchio. Se questo significa invecchiare, allora benvenuta anzianità. Tanti contrasti, tanta interdizione: la Lazio non riesce ad organizzare gioco né verticalizzazioni, lasciando Immobile solo, spaesato, in quello che poteva essere il suo stadio.

Per Mario il discorso è diverso: non una partita così fenomenale, non così devastante. Ad ogni modo il 32enne croato ci mette tanta corsa e tanta grinta, e pure un gol segnato trovandosi al posto giusto nel momento giusto: Ronaldo lo perdonerà se ha segnato al posto suo, anche se il papocchio fatto dal portoghese si è trasformato in un tanto strano quanto bell’assist di tacco. Ne saranno felici quelli che hanno venduto la madre per averlo al fantacalcio.

Matuidi e Mandzukic, gli ultimi arrivati, quelli con meno allenamenti nelle gambe. 50 giorni di allenamento in due, entrambi usciti al 90′. Se queste sono le premesse, ci sarà da divertirsi.

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